Costruire un sistema stabile, gratuito e capillare di consulenza sul debito, capace di offrire ai cittadini in difficoltà strumenti concreti per uscire da situazioni di sovraindebitamento e rischio di esclusione sociale. È la proposta al centro del convegno nazionale “Riparto: costruire il futuro del debt advice in Italia”, promosso oggi a Roma da Movimento consumatori, Acli e Adiconsum, nell’ambito del progetto “Riparto”, con il sostegno del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. A pochi mesi dall’entrata in vigore della direttiva Ue 2023/2225 sul credito al consumo – che entro il 2026 obbligherà tutti gli Stati membri a garantire servizi indipendenti e professionali per chi è in difficoltà economica – il convegno ha rappresentato un’occasione di confronto tra istituzioni, esperti e rappresentanti della società civile. Dai lavori è emerso come in Italia, a fronte di circa 1,4 milioni di famiglie in arretrato con affitti, bollette o mutui (fonte Istat/Eurostat), l’offerta di assistenza resti ancora frammentata e priva di un’adeguata struttura nazionale. “Oggi più che mai è necessario che l’Italia faccia un salto di qualità – ha affermato Alessandro Mostaccio, presidente di Movimento consumatori – senza finanziamenti adeguati e senza una rete nazionale integrata, rischiamo di lasciare soli migliaia di cittadini. ‘Riparto’ ha dimostrato che è possibile costruire un modello efficace: ora serve il coraggio politico per renderlo strutturale”. Il progetto, che nella sua seconda edizione ha rafforzato la rete già attiva sul territorio, conta oggi 32 sportelli locali, un helpdesk gratuito e una rete di operatori specializzati che offrono assistenza giuridica, economica e psicologica. Un modello multidisciplinare, in linea con l’Agenda 2030 e orientato a ridurre povertà e disuguaglianze. Il vicepresidente nazionale delle Acli, Italo Sandrini, ha sottolineato il valore dell’approccio integrato: “Il debito non è solo un problema finanziario: è una condizione che tocca la vita familiare, la salute psicologica, le relazioni. Servono prossimità, ascolto, accompagnamento. Le Acli portano in questo percorso la propria rete sociale e il radicamento nei territori: siamo presidi di comunità, capaci di intercettare bisogni e offrire risposte concrete”. Accanto al consolidamento dei servizi esistenti, Mc, Acli e Adiconsum propongono la creazione di un Fondo pubblico permanente, finanziato con risorse statali, europee e contributi obbligatori del settore finanziario e del gioco d’azzardo. Un fondo che – secondo le associazioni – deve essere gestito con criteri trasparenti e assegnato a soggetti del Terzo settore, senza scopo di lucro e con comprovata esperienza nel sostegno ai consumatori. “Circa un milione di italiani si trova in condizioni di sovraindebitamento cronico – ha spiegato Carlo De Masi, presidente di Adiconsum – con gravi conseguenze su salute, famiglia e dignità. ‘Riparto’ ha dimostrato che è possibile mettere in campo una rete nazionale, ma servono regole chiare e non eludibili: a partire dal riconoscimento del ruolo centrale del Terzo settore e delle fondazioni antiusura, con il sostegno dello Stato e del sistema finanziario”.