Di fronte all’accelerazione dei crimini commessi da Israele, Oxfam e altre 22 organizzazioni umanitarie lanciano un appello urgente alla comunità internazionale perché il riconoscimento dello Stato palestinese non resti un mero atto simbolico. “Il riconoscimento dello Stato palestinese – si legge in un comunicato – è un passo importante e positivo per garantire il diritto all’autodeterminazione di un intero popolo, ma non può essere trattato come una ricompensa, né solleva la comunità internazionale e i singoli Stati dai propri obblighi giuridici e morali: fermare quello che la Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite ha definito un genocidio perpetrato da Israele a Gaza e mettere fine all’occupazione israeliana nei territori occupati palestinesi. Occupazione che la Corte internazionale di giustizia ha dichiarato illegale”. “L’escalation della crisi umanitaria in corso – proseguono le organizzazioni firmatarie – è nota ed è ampiamente documentata e non solo a Gaza. In Cisgiordania, negli ultimi due anni, Israele ha realizzato il più grande sfollamento forzato dall’occupazione del 1967, attraverso ordini di sfratto, demolizioni, blocchi alla circolazione, arresti arbitrari e attacchi diretti contro la popolazione palestinese. L’anno scorso è stato ufficialmente approvato il più grande furto di terra degli ultimi trent’anni e la violenza esercitata dai coloni ha raggiunto livelli mai visti prima”. “A Gaza, le autorità israeliane hanno condotto un’operazione militare che ha ucciso o ferito oltre 136.000 persone, costretto 2 milioni di persone a fuggire più volte e distrutto il 90% degli edifici. In tutti i Territori occupati palestinesi si sono verificati 1.650 attacchi a strutture sanitari da parte delle forze israeliane”, sottolineano le Ong, denunciando che “i leader mondiali non possono dichiarare di non sapere quanto accaduto e sta accadendo. Anche se 4 Paesi su 5 nel mondo riconoscono lo Stato di Palestina, il Parlamento israeliano ha recentemente approvato una mozione per l’annessione della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, dove vivono 3,3 milioni di palestinesi. Funzionari israeliani hanno ribadito quest’obiettivo, affermando che ‘non esiste un popolo palestinese, né uno Stato palestinese’ e che ‘quel territorio appartiene agli [israeliani]’. Le stesse intenzioni sono state dichiarate apertamente per tutta Gaza”.
Oxfam lancia un appello urgente al Governo italiano, perché si muova concretamente per il riconoscimento dello Stato palestinese, agendo subito in difesa della popolazione. “È necessario che il nostro Paese agisca assieme alla comunità internazionale per garantire che il percorso verso la pace rimanga ancorato alla sovranità palestinese – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia –. Un piano di pace che possa avere speranza di successo deve pretendere il rispetto dei diritti fondamentali e la protezione dei civili, così come la fine all’occupazione militare illegale israeliana e degli sfollamenti forzati a Gaza e in Cisgiordania, garantendo l’integrità geografica palestinese. È necessario inoltre che preveda l’accertamento delle responsabilità per tutti i crimini di guerra commessi, anche attraverso indagini indipendenti. Allo stesso tempo un processo di ricostruzione giusto ed equo non può non essere guidato e gestito dai palestinesi. Cosi come qualsiasi accordo di cessate il fuoco e di pace deve essere monitorato da terze parti imparziali”.