Diocesi: Roma, ordinato vescovo mons. Renato Tarantelli Baccari. Alla messa ha preso parte il Papa

È stato ordinato vescovo questo pomeriggio, nella basilica di San Giovanni in Laterano, mons. Renato Tarantelli Baccari, nominato dal Papa il 21 novembre scorso ausiliare e vicegerente della diocesi di Roma. Un incarico voluto dal Pontefice per “associare” al cardinale vicario Baldassare Reina “un supporto nell’amministrazione della vita diocesana”, come si legge nella lettera inviata da Francesco al presule nello stesso giorno della nomina. L’ordinazione episcopale è stata conferita dallo stesso Reina, e alla messa, concelebrata dal card. Christoph Schönborn, arcivescovo metropolita di Vienna, e dal vescovo ausiliare di Roma Michele Di Tolve, ha preso parte il Papa.
Nell’omelia, riporta Vatican News, il card. Reina ha anzitutto evidenziato che la presenza di Francesco alla celebrazione “rafforza i vincoli di comunione” con la comunità ecclesiale dell’Urbe, ha ringraziato il Papa “per quanto realizza ogni giorno a favore della Chiesa universale a partire” dalla diocesi di Roma “che presiede nella comunione e nella carità” e gli ha assicurato un costante sostegno con la preghiera. Poi il porporato si è soffermato sulle tre azioni che delineano “la vocazione dei pastori” e “la missione affidata a don Renato”: indicare, seguire, rimanere.
La prima azione, “indicare”, riguarda la “testimonianza missionaria”, ha spiegato il cardinale vicario ricordando la figura di Giovanni Battista, che riesce “a vedere quello che altri non vedono, e spostare da sé lo sguardo di chi lo segue” indicando “la presenza di Gesù”. Il pastore è riconoscibile “dalla sua capacità di farsi tramite”, ha specificato il porporato, “trasformando il proprio io in trasparenza di Cristo, facendo della sua persona un continuo rinvio a Chi veramente salva”. Quanto alla seconda azione, “seguire”, riferita a Cristo, “implica una continua conversione, un dinamismo spirituale”, così il vescovo, che “è chiamato ad essere il primo testimone”, a “camminare con il suo popolo, ma sempre con lo sguardo rivolto al Maestro, in costante ascolto della sua voce e dei suoi segni”. Infine “rimanere” vuol dire “radicarsi nella Parola, assimilare i passi di Gesù e trovare in Lui la dimora del cuore, in cui il credente può sperimentare la pienezza della grazia e la certezza del perdono”. E allora il pastore è colui che indica permanentemente “dov’è Dio”, “dove trovare la sua pace, la sua grazia, il suo perdono”. Perciò, “‘rimanere’ in Cristo non è un atto passivo”, ha precisato il cardinale vicario, “ma una continua conformazione al Suo amore e alla Sua volontà”, e per questo “il pastore è chiamato a rimanere nella comunione con Dio attraverso una vita di preghiera incessante, di ascolto della Parola e di dedizione al ministero”.
Prima della conclusione della celebrazione, il nuovo vescovo ha salutato e ringraziato il Papa per “venire qui oggi nella sua cattedrale, tra la gente della sua amata diocesi, questa bella Chiesa di Roma”. E del Papa, Tarantelli ha ricordato le raccomandazioni valide per ogni pastore e ogni “pellegrino di speranza”: “Pregare sempre, stancarsi mai, perdonare sempre, andare avanti con coraggio e non perdere il sorriso, e soprattutto non perdere mai l’umorismo”.

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