“La speranza è un diritto; non dobbiamo, non dovete cedere allo sconforto. Il carcere sia un laboratorio di speranza, non solo luogo di pena, un luogo di riscatto, di risurrezione e di ripartenza. Buon Giubileo!”. Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Livorno, mons. Simone Giusti, rivolgendosi ai detenuti della casa circondariale “Le Sughere” dove ha presieduto la celebrazione di apertura dell’Anno Santo 2025 per le carceri toscane. Le porte del penitenziario si sono aperte per far accogliere la fiamma del Giubileo arrivata da Roma.
“Il carcere – ha sottolineato il presule nell’omelia il cui contenuto è stato rilanciato sul sito web de ‘La Settimana tutti i giorni’ – è un luogo di grande umanità di un’umanità provata, affaticata da difficoltà, sensi di colpa, giudizi, incomprensioni e sofferenze ma nello stesso tempo carica di forza, di desiderio di perdono, di voglia di riscatto. E in questa umanità, qui, in tutti voi, in tutti noi, è presente oggi il volto di Cristo, il volto del Dio della misericordia e del perdono. Non dimenticate questo: Dio perdona tutto e perdona sempre, in questa umanità, qui, in tutti voi”.
Al termine della messa i cappellani delle carceri toscane, che hanno celebrato, hanno acceso le diverse lampade che saranno portate nei penitenziari del territorio regionale.