Discriminazioni: esperti Onu sulla giustizia razziale mettono in guardia l’Italia, “rischio di profilazione razziale nelle prassi delle forze dell’ordine”

Gli esperti del Meccanismo indipendente internazionale delle Nazioni Unite per promuovere la giustizia razziale e l’uguaglianza nell’applicazione della legge hanno completato una missione approfondita di 8 giorni in Italia per valutare l’intersezione tra razza e prassi delle forze dell’ordine. La missione ha previsto incontri a Roma, Milano, Catania e Napoli. Gli esperti hanno raccolto testimonianze sulla profilazione razziale come base per controlli d’identità e perquisizioni, da parte di diversi corpi delle forze dell’ordine in Italia, fondate sull’assunzione che la persona non fosse di cittadinanza italiana o su presunzioni di criminalità. “Questo pregiudizio razziale, gli stereotipi e la profilazione creano associazioni dannose e infondate tra l’essere neri, la criminalità e la delinquenza”, ha dichiarato Akua Kuenyehia, presidente del panel di esperti. Le conclusioni del Meccanismo di esperti indipendenti sottolineano anche la mancanza di dati esaustivi basati sulla razza, una lacuna che ostacola gli sforzi per affrontare le disparità razziali. Hanno inoltre espresso preoccupazione sul sovraffollamento nelle carceri italiane e sull’impatto che questo produce sul rispetto dei diritti umani dei detenuti. È stata evidenziata “l’incarcerazione sproporzionata di africani e di persone di discendenza africana”. Un aspetto che ha ulteriormente messo in luce è la prevalenza del “razzismo sistemico”. Sono stati anche riscontrati casi di tortura e maltrattamenti, incluso un grave caso recente verificatosi all’Istituto penale per i minorenni C. Beccaria di Milano. Sono inoltre state sollevate preoccupazioni sulle difficoltà che i migranti e i richiedenti asilo affrontano nell’accedere all’assistenza legale, spesso esacerbate dall’abuso di autorità da parte delle forze dell’ordine e da ritardi burocratici.
Gli esperti hanno sottolineato “la necessità che i servizi per l’immigrazione siano di natura civile, anziché essere parte dei compiti della polizia. Hanno altresì suggerito che gli uffici per l’immigrazione siano collocati all’interno o vicino alle comunità interessate”.
Durante la missione  i membri del Meccanismo hanno consultato giudici, pubblici ministeri, avvocati e rappresentanti dei principali corpi delle forze dell’ordine in Italia: Polizia, Guardia di Finanza, Polizia penitenziaria e Arma dei Carabinieri. Hanno inoltre consultato l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad), il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, e diversi dipartimenti chiave all’interno dei Ministeri dell’Interno e della Giustizia. I membri hanno visitato un centro di accoglienza per migranti a Catania e centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) a Milano e a Ponte Galeria a Roma. Hanno inoltre visitato l’Istituto penale per i minorenni C. Beccaria e la Casa circondariale San Vittore a Milano. Sono state infine condivise le conclusioni preliminari con il governo italiano. Un rapporto completo sarà presentato al Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite durante la sua 57ª sessione, a settembre di quest’anno.
Il Meccanismo internazionale di esperti indipendenti per promuovere la giustizia razziale e l’uguaglianza nel contesto delle Forze dell’Ordine è stato istituito nel luglio 2021 dal Consiglio per i Diritti umani dell’Onu. Tra i suoi obiettivi quello di rivolgere raccomandazioni sulle misure concrete da intraprendere per garantire l’accesso alla giustizia, la trasparenza e la responsività, e il risarcimento legale per l’uso eccessivo della forza e altre violazioni dei diritti umani contro gli africani e le persone di origine africana da parte delle forze dell’ordine.

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