Ad aprire la seconda giornata di lavori della 48ª Conferenza nazionale animatori, promossa dal Rinnovamento nello Spirito Santo al Palacongressi di Rimini (6-8 dicembre), è stato don Vito Impellizzeri, preside della Facoltà Teologica di Sicilia, che ha posto in luce come, “nel cambiamento epocale che riguarda tutta l’umanità, viviamo un tempo particolare come discepoli, il cui primo aspetto è che siamo tra ‘il non più’ e ‘il non ancora’. Siamo chiamati, infatti, ad un travaglio nello Spirito Santo che partorisca ‘il già’ del Regno di Dio, dove il grembo è la nostra esperienza di Chiesa”. Il teologo ha inoltre sottolineato che “dobbiamo ripensarci a partire dalla marginalità del cristianesimo attuale, perché noi siamo nel mondo ma non siamo del mondo e la categoria di partecipazione è molto più importante di quella di organizzazione, in cui urge riscoprire il mistero di Dio che è tra noi come legame di Vangelo, come comunità”. In più, dal palco riminese, lo sprone a divenire “laboratori comunionali di reti di salvezza per l’umanità: questa è la nostra responsabilità di cristiani”, vincendo la tentazione “dell’autosalvezza nel nome di Dio, facendo del Padre solo un ideale ma non il mistero delle tre persone trinitarie con cui entriamo in relazione: la fede è dono del Risorto, non equivale ai nostri ragionamenti o alle nostre consapevolezze, ma è Gesù. Il nostro compito, quindi, è diventare trasparenza di Dio, non gestori di Dio: non esiste compagnia telefonica della fede che permette la gestione del Padre”. Poi, il richiamo a due stili per proseguire il cammino di santità “in cui Cristo è la via”: quello “gesuale”, in cui “riconoscere la nudità dell’umano e la santità di Dio”, e quello “mariale”, attraverso cui imparare dalla Vergine, modello “di piccolezza e di umiltà, che si è fatta interamente grembo accogliendo la Parola nel cuore e ha dato, nel grembo stesso, la carne alla Parola”. Concludendo, Impellizzeri ha esortato i partecipanti alla Conferenza a “stipulare dei patti di somiglianza con chi odora di Vangelo, suscitando il ricordo e dunque il desiderio di Gesù”, indicando, attraverso le figure emblematiche delle pagine evangeliche, cinque vie “per camminare nello Spirito”, a partire da quella che “spinse Gesù a scendere in Galilea per iniziare la sua vita pubblica, il suo ministero: è questa l’origine di ogni altro cammino”.