Lavoro: Inapp, “squilibrio dei carichi di cura tra uomini e donne che continua ad avere ripercussioni su occupazione e redditi”

Lo squilibrio dei carichi di cura tra uomini e donne che continua ad avere ripercussioni su occupazione e redditi. È quanto viene ribadito nel nuovo Gender Policy Report curato dall’Istituto nazionale per le analisi delle politiche pubbliche (Inapp). Secondo l’indagine Inapp Plus, viene sottolineato in un comunicato, a seguito della maternità il 16% delle donne smette di lavorare, contro il 2,8% degli uomini. I congedi parentali sono richiesti per l’80% da donne, ma essendo a parziale copertura della retribuzione determinano, secondo le stime Inapp Plus, un gender pay gap (grezzo) di 5mila euro. Altro aspetto da prendere in considerazione è il lavoro povero che ha una forte connotazione di genere: per le donne, date le caratteristiche della loro partecipazione (in primis basse retribuzioni orarie e bassa intensità lavorativa), l’incidenza del lavoro a bassa paga è circa il triplo di quella che si registra sull’occupazione maschile (18,5% contro 6,4%).
Il Rapporto mette poi in luce che il background migratorio per le donne ha determinato al 2023 un tasso di occupazione più basso rispetto alle donne native (48,7% contro 53,0%) e una disoccupazione più elevata (14,2% contro 8,3%). A parità di lavoro e qualifiche, le donne immigrate, guadagnano comunque meno sia rispetto ai loro colleghi uomini sia alle donne italiane, con una concentrazione nei decili inferiori della distribuzione del reddito. La presenza di figli rappresenta un ulteriore penalità: se la migrazione è per ricongiungimento o matrimonio l’inattività risulta maggiore sia delle donne native sia delle donne che migrano per lavoro. Per le donne migrate per lavoro, invece, aumenta il tema degli “orfani bianchi”, figli lasciati nel paese di origine. La complessità delle procedure di ricongiungimento e la parziale copertura di tutele di cui gode il settore del lavoro domestico e familiare in cui sono prevalentemente impiegate rappresenta un ulteriore fattore di marginalità.
“L’occupazione femminile – ha dichiarato Natale Forlani, presidente dell’Inapp – è una risorsa strategica ma l’incremento del tasso di occupazione per avvicinarlo alla media europea trova l’ostacolo della difficoltà di avere servizi adeguati al lavoro di cura, per l’infanzia e per le persone non autosufficienti. Il lavoro femminile ne risente in termini di qualità dei rapporti di lavoro e una quota significativa di donne rinuncia a cercarlo”. “L’obiettivo di aumentare la dotazione di servizi e di migliorare la quantità e la qualità dei rapporti di lavoro delle donne, diventa pertanto una priorità delle politiche del lavoro”, ha concluso Forlani.

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