Papa Francesco: a Bartolomeo I, “cattolici e ortodossi non devono mai cessare di pregare e lavorare insieme”. A Nicea nel 2025, “grazie a tutti coloro che hanno già iniziato a lavorare affinché ciò sia possibile”

“Cattolici e ortodossi non devono mai cessare di pregare e lavorare insieme per disporci ad accogliere il dono divino dell’unità. Non dobbiamo perdere di vista la meta ultima a cui tutti aneliamo, né possiamo perdere la speranza che questa unità possa essere realizzata nel corso della storia e in un tempo ragionevole”. Lo scrive Papa Francesco in un suo messaggio autografo indirizzato al Patriarca ecumenico, Bartolomeo I, nel quadro del tradizionale scambio di Delegazioni per le rispettive feste dei Santi Patroni, il 29 giugno a Roma per la celebrazione dei Santi Pietro e Paolo ed il 30 novembre ad Istanbul per la celebrazione di Sant’Andrea. Il messaggio è stato letto il card. Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, al termine della Divina Liturgia. Ricordando l’imminente 1700° anniversario del primo Concilio ecumenico di Nicea, Papa Francesco ribadisce a Bartolomeo I il suo desiderio “di poter celebrare insieme a voi questo evento e ringrazio di cuore quanti hanno già iniziato a lavorare per renderlo possibile. Questo anniversario – scrive il Papa – non riguarderà solo le antiche Sedi che hanno preso parte attivamente al Concilio, ma tutti i cristiani che continuano a professare la loro fede con le parole del Credo niceno-costantinopolitano”. “Il ricordo di quell’importante evento – si legge nel messaggio – rafforzerà sicuramente i legami già esistenti e spingerà tutte le Chiese a una rinnovata testimonianza nel mondo di oggi. La fraternità vissuta e la testimonianza data dai cristiani saranno un messaggio anche per il nostro mondo afflitto dalla guerra e dalla violenza. A questo proposito, mi unisco volentieri alla vostra preghiera affinché ci sia pace in Ucraina, Palestina, Israele e in Libano, e in tutte quelle regioni dove si combatte quella che ho spesso definito una ‘guerra mondiale a pezzi’”.

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