Baldacchino basilica di San Pietro: card. Gambetti, “un restauro impegnativo e necessario nella prospettiva del Giubileo”

“Un restauro impegnativo e necessario, ma anche di particolare significato perché intrapreso nella prospettiva dell’ormai prossimo Giubileo del 2025”. Così il card. Mauro Gambetti, arciprete della basilica di San Pietro, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro, ha definito gli interventi di restauro del Baldacchino in bronzo dorato della basilica di San Pietro, presentati oggi in sala stampa vaticana e che si concluderanno a dicembre di quest’anno, poco prima dell’apertura della Porta Santa.  “Da quasi duemila anni la sepoltura di Pietro costituisce un forte richiamo per tutti i popoli della terra”, ha fatto notare il cardinale: “Ovunque visibile, il Baldacchino – alto quanto un palazzo di dieci piani – è il fulcro della basilica, evidenzia la presenza di Pietro nella Confessione Vaticana e rappresenta il cardine attorno al quale ruota l’intera architettura della basilica”. “Questo necessario intervento viene intrapreso – per la prima volta in maniera sistematica e completa – 250 anni dopo gli importanti restauri settecenteschi ed esattamente 400 anni dopo l’inizio dei lavori per il Baldacchino”, ha sottolineato Gambetti, ricordando che “fu Urbano VIII, nell’estate del 1624, ad affidare la Soprintendenza dell’opera al ventiseienne Gianlorenzo Bernini, architetto e scultore di sua fiducia che tuttavia in quest’impresa non fu solo: venne infatti coadiuvato da Francesco Borromini e da una nutrita schiera di valenti scultori, fonditori, falegnami e maestranze specializzate”. “Il lavoro sul Baldacchino di San Pietro si caratterizza come un’attività particolarmente complessa e articolata per l’importanza della documentazione, della logistica, delle ricerche di archivio, delle indagini scientifiche, dell’allestimento dei ponteggi, dell’organizzazione del cantiere in concomitanza con le attività e la vita liturgica della basilica e, naturalmente, dei diversificati interventi conservativi”, ha spiegato il cardinale, assicurando che “le opere provvisionali e di cantiere non impediranno lo svolgimento delle celebrazioni papali sull’altare maggiore. Infatti, come avvenne durante la costruzione della Basilica, si potrà continuare a celebrare la Santa Messa sulla Tomba Pietro”.

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