“A ottobre abbiamo deciso che l’Unione europea avrebbe coperto le urgenti esigenze finanziarie dell’Ucraina per il 2026 e il 2027. La scorsa settimana abbiamo deciso che la Russia non avrebbe recuperato i suoi beni finché Mosca non avesse posto fine alla sua aggressione. Oggi abbiamo approvato la decisione di erogare 90 miliardi di euro all’Ucraina per i prossimi due anni”. È notte quando Antonio Costa scende nella sala stampa del Consiglio europeo per dare le ultime notizie circa le decisioni assunte dai capi di Stato e di governo. Nella serata di ieri c’era già l’accordo sugli altri punti del summit, ma la questione-Ucraina necessitava di ulteriori verifiche, specialmente sugli asset russi e sul finanziamento della difesa ucraina. “Con urgenza, erogheremo un prestito garantito dal bilancio dell’Ue. Questo risponderà alle esigenze finanziarie immediate dell’Ucraina. E l’Ucraina rimborserà questo prestito solo dopo che la Russia avrà pagato le riparazioni. L’Unione si riserva il diritto di utilizzare i beni immobilizzati per rimborsare questo prestito. Allo stesso tempo, abbiamo dato mandato alla Commissione di continuare a lavorare sul prestito di riparazione basato sui beni immobilizzati russi”. Il no del Belgio e le resistenze di altri Paesi, tra cui l’Italia, hanno richiesto una differenze risposta ai bisogni dell’Ucraina che, come ha confermato Zelensky, ha le casse vuote.
Costa ha aggiunto dinanzi ai giornalisti: “Inoltre, abbiamo concordato di rinnovare le nostre sanzioni contro la Russia. Il nostro obiettivo non è prolungare la guerra. In effetti, le decisioni odierne rappresentano un contributo cruciale per raggiungere una pace giusta e duratura per l’Ucraina. Perché l’unico modo per portare la Russia al tavolo dei negoziati è rafforzare l’Ucraina. Le decisioni odierne forniranno all’Ucraina i mezzi necessari per difendersi e sostenere il popolo ucraino”.