Stretta Ue su migranti: Don Bosco 2000, “nuovo regolamento su rimpatri e hub in Paesi terzi mina il principio di accoglienza universale”

“Il nuovo regolamento UE su rimpatri e hub in Paesi terzi mina il principio di accoglienza universale”. E’ quanto afferma in una nota diffusa questa mattina l’Associazione Don Bosco 2000 commentando la stretta sui rimpatri e il via libera agli hub decisi dal Consiglio Affari Interni dell’Ue. “In un tempo in cui l’Europa sembra voltare lo sguardo davanti a chi cerca rifugio e dignità, la voce di chi accoglie si fa più necessaria che mai. Occorre difendere l’universalità dell’accoglienza e il valore di ogni vita umana, ribadendo che nessun regolamento potrà mai cancellare il diritto di ogni persona a essere accolta, rispettata e amata”, scrive l’associazione. Riguardo all’approvazione da parte dell’Unione Europea del nuovo regolamento sui “Paesi terzi sicuri”, che introduce importanti novità in materia di gestione dei flussi migratori, Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000 dichiara: “vogliamo affermare un principio chiaro: l’accoglienza non deve fare distinzioni tra migranti, italiani o europei, perché il mondo intero è la casa di tutti. Il cosiddetto “approccio generale” del regolamento prevede, tra i vari aspetti, la semplificazione e l’accelerazione delle procedure di rimpatrio e consente agli Stati membri dell’UE di istituire hub di gestione migratoria in Paesi terzi, come quelli italiani in Albania. Questa visione è allarmante – prosegue Sella – perché lede la dignità delle persone che fuggono da situazioni disperate. Nella nostra prospettiva, ogni persona che bussa alla nostra porta è, prima di tutto, un essere umano. Lavoriamo ogni giorno affinché la dignità umana resti al centro, senza distinzioni, e perché ciascuno possa sentirsi accolto come figlio dello stesso mondo”. L’Associazione Don Bosco 2000, impegnata da anni nell’accoglienza e nell’integrazione dei migranti, crede che accogliere non sia una questione di categorie o procedure, ma innanzitutto di umanità. “Quando apriamo le nostre porte – sottolinea Sella – lo facciamo perché crediamo che ogni individuo meriti dignità, rispetto e la possibilità di sentirsi a casa, ovunque si trovi”. La discussione sui “Paesi terzi sicuri” e sul nuovo regolamento europeo è motivo di forte preoccupazione, perché dietro ogni migrante c’è una storia, una vita e una speranza. “Accogliere significa abbracciare l’universalità dell’essere umano: questo è il messaggio che vogliamo portare avanti”, conclude Agostino Sella.

 

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi