Parlamento Ue: dibattito sulla persecuzione delle comunità cristiane nel mondo

“I cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato al mondo”. Si apre con queste parole di Manfred Weber il dibattito sulla condizione delle comunità cristiane nel mondo, richiesto dal gruppo dei Popolari al Parlamento europeo di Strasburgo. Il capogruppo del Ppe, citando anche l’impegno di Papa Leone XIV per il dialogo interreligioso, ha definito l’Europa un continente “basato sui valori cristiani”, pertanto “non ci possono essere accordi commerciali con quegli Stati che perseguitano i cristiani o le minoranze religiose”. La situazione più grave è quella della Nigeria, dove pochi giorni fa più di 200 studenti sono stati presi in ostaggio da una scuola cattolica. “L’insicurezza sistemica nel nord della Nigeria ci preoccupa molto”, ha commentato la vicepresidente della Commissione, Roxana Minzatu, sottolineando tuttavia come la violenza in Nigeria risulti “trasversale rispetto all’appartenenza religiosa”. Un pensiero anche all’attuale situazione dei cristiani in Siria: l’Ue, dice la commissaria, accoglie “con favore i primi passi del nuovo governo per una transizione pacifica e inclusiva” e prosegue il monitoraggio anche di quanto accade nei territori palestinesi occupati, “inclusa Gerusalemme Est e la Città vecchia” così come in Cisgiordania, dove si chiede di porre fine “alle violenze dei coloni, incluse quelle contro i cristiani”. Un attacco diretto alle istituzioni europee arriva invece da Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei Conservatori. “Secondo World Watch List, oltre 380 milioni di cristiani sperimentano alti livelli di persecuzione e discriminazione a motivo della loro fede. Dov’è l’Unione europea, che da un anno non nomina ancora l’Inviato speciale per la libertà religiosa nel mondo?”. Infine, rivolto all’emiciclo, esclama: “Che vi piaccia o no, noi europei siamo tali non per le stupide leggi che ci governano, ma per il sentire comune cristiano che sentiamo nel petto”.

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