“Do il benvenuto alla decisione del governo britannico di eliminare il cosiddetto ‘two-child cap’, il limite, introdotto nel 2017, dall’allora premier Theresa May, che stabilisce che sussidi e sgravi fiscali importanti come il ‘child tax credit’ e l’‘universal credit’ vengano concessi soltanto a chi ha non più di due figli. Questa politica ha spinto molte famiglie nella povertà e generato ansia per nuclei famigliari che dipendono dai sussidi per affrontare disoccupazione e disabilità”. Con queste parole, contenute in un comunicato diffuso dalla Conferenza episcopale inglese, il vescovo Richard Moth, responsabile del settore Giustizia sociale, ha commentato la scelta della ministra delle Finanze e del Tesoro Rachel Reeves di interrompere il “two child cap” che impedisce, da otto anni, alle famiglie povere di ricevere sussidi importanti come il “child tax credit” e l’“universal credit”. “Sappiamo che questa decisione costa, in modo significativo, al governo e per questo motivo la applaudiamo”, scrive ancora il vescovo Moth: “Le famiglie numerose sono una benedizione, anziché un peso, e dobbiamo pensare a come possiamo sostenerle perché sono il futuro della nostra società. C’è ancora tanto lavoro da fare per affrontare la piaga della povertà infantile. Oltre il 90% delle nostre scuole dicono che incontrano famiglie che fanno fatica ad affrontare il costo della vita e il 70% hanno notato condizioni peggiori rispetto al passato. Vorrei anche ringraziare individui e associazioni cattoliche che hanno condotto una battaglia instancabile per combattere questa politica ingiusta”.