“Insieme a voi stiamo aiutando le comunità ecclesiali a prevenire gli abusi, a proteggere chi è a rischio e a intervenire con competenza e compassione quando si verificano situazioni di abuso, ovunque esse si manifestino”. Lo ha detto mons. Thibault Verny, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, portando il suo saluto alla seconda giornata dell’Assemblea generale della Cei, in corso ad Assisi fino al 20 novembre. “Come in ogni collaborazione viva, non mancano incomprensioni e divergenze”, ha proseguito Verny: “Tuttavia, è proprio in tali frangenti che siamo chiamati ad accompagnarci con prudenza e trasparenza, in una dialettica di ascolto sincero e apprendimento reciproco”. “Intendiamo proseguire su questa strada, condividendo il vostro impegno e le vostre procedure di tutela con un numero sempre maggiore di Chiese nel mondo”, ha assicurato il presule: “Così facendo, riconosciamo e valorizziamo ciò che funziona, mentre valutiamo e correggiamo ciò che può essere migliorato”. Per Verny, in materia di abusi il punto cruciale è “indicare con trasparenza le lacune nei sistemi di salvaguardia e offrire risposte professionali rafforza la credibilità della Chiesa, affinché la nostra casa ecclesiale sia un luogo sicuro per tutti, per le famiglie, i giovani e i bambini”. Quindi il ringraziamento all'”approccio coerente e lungimirante” della Cei, in questo ambito, grazie al quale “la protezione è divenuta linguaggio comune, parte integrante della cura pastorale ordinaria”. “Di fronte allo scandalo degli abusi sessuali, nessuno può affermare di operare alla perfezione”, ha ammesso Verny: “Credo che tutti stiamo cercando di fare il meglio possibile, riducendo al minimo il danno”. In Francia, ha reso noto il relatore, è stata istituita una commissione indipendente, la Ciase, che “ha avuto punti di forza e di debolezza, aspetti positivi e fragilità”: “Ciononostante, essa rappresenta un riferimento per la Conferenza episcopale francese, sul quale stiamo costruendo”. Inoltre, la metodologia e i risultati di tale commissione sono stati ripresi e convalidati dal governo francese, che ha successivamente istituito una commissione sugli abusi commessi nelle famiglie (Ciivise).