“Mistica cristiana ed altre religioni”. È stato questo il filo conduttore della mattina nel convegno sul tema “La mistica. I fenomeni mistici e la santità”, promosso dal Dicastero delle cause dei santi con la partecipazione di studiosi e postulatori delle cause di beatificazione in corso presso la Pontificia Università Urbaniana. I lavori sono stati aperti da Emma Abate dell’Università di Bologna e Collaboratrice del Centro “Agostino Bea” dell’Università Gregoriana che nel suo intervento sul tema “Teurgia ed estasi nel misticismo ebraico” ha evidenziato come nel percorso ebraico gli uomini “spirituali” hanno cercato di raggiungere la conoscenza mettendo insieme simboli, ritmi ore di preghiera ed estasi in una graduale perfezione per raggiungere l’illuminazione. Il mistico ebraico è “un puro che raggiunge l’illuminazione”. Wasim Salman del Pontificio Istituto Studi Arabi e d’Islamica ha presentato – nel suo intervento sul tema “Le vie dell’amore e della fusione con l’Assoluto in alcune pagine del sufismo islamico”. E ha sottolineato la mistica pratica del sufismo islamico come via spirituale e filosofica di vita. “Non c’è sufismo – ha detto – senza l’unicità di Dio e solo dopo si apre al prossimo”. Benedict Kanakappally della Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana ha illustrato una forma di misticismo teista fra le tante esperienze dell’induismo mentre nella seconda parte della mattinata p. Luigi Borriello, Professore emerito di Teologia spirituale e mistica, ha proposto la via del discernimento nell’ambito della mistica e dei fenomeni connessi a partire dalla conoscenza dell’essenza e non solo dai fenomeni stessi. “È meglio parlare di vita mistica che di fenomeni mistici che di essa sono segmento”, ha detto nella sua relazione sul tema “Fenomeni mistici. Criteri di discernimento”. Il mistico è stato indicato come un narratore di esperienza non uno che vuole o deve dimostrare qualcosa.