“L’uomo è chiamato a servire il mondo, non a possederlo”. Lo ha affermato il monaco e teologo MichaelDavide Semeraro, priore dell’Abbazia benedettina di Novalesa (Torino), nel suo intervento al convegno “La natura e il pensiero”, svoltosi nei giorni scorsi nel monastero, in occasione dei dieci anni dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco. “Ascoltare il grido… della terra e dei poveri” è stato il titolo della relazione, nella quale Semeraro ha spiegato come Papa Francesco abbia superato un’interpretazione millenaria della Genesi, nella quale il termine ebraico avad è stato a lungo tradotto come “possedere e dominare”. “Avad – ha chiarito – significa invece ‘servire’. La Genesi non ci chiede di sottomettere il mondo, ma di servirlo, come fa un sacerdote nel tempio. La liturgia si fonda sull’armonia: l’uomo è chiamato a rendere il mondo armonico”. Citando l’enciclica, ha richiamato i concetti di “sacrificio e bontà”: “Ogni gesto a favore dell’ambiente richiede sacrificio e bontà. Significa rendere sacra ogni azione, affinché contribuisca alla crescita della bellezza e della verità del mondo”. Il priore ha invitato a “riconoscere che la grandezza dell’umanità non sta nella forza, ma nella capacità di autolimitarsi”. “La Laudato si’ – ha concluso – aiuta a riconcepire la centralità dell’uomo non come centramento sul sé, ma come servizio. Il mondo è buono, bello e vero: custodirlo è il nostro compito”.