Nuove povertà: Roma, aumentano richieste di aiuto per “lavoro povero”

Nel biennio 2023 – 2024, sono 400 le richieste di aiuto ricevute (che riguardano circa 1000 persone) dalla Fondazione Salus Populi Romani. E’ quanto emerge dal Rapporto della Fondazione Salus Populi Romani, presentato oggi presso la sede del Vicariato di Roma e nel quale si definisce “rilevante” l’incidenza del lavoro povero e si segnala la difficoltà crescente di chi vive di redditi fissi e pensioni che non tengono più il passo del costante aumento del costo della vita degli ultimi anni. Nel 22% dei casi i richiedenti aiuto non arrivano a 2000 euro al mese e addirittura il 15% non arriva a 1000 euro, riguardo ai nuclei familiari il 57% può contare su un solo reddito. Si tratta di lavoratori a tempo indeterminato, nel 39% dei casi proveniente dal settore privato e dipendenti della PA nel 12%, i pensionati sono il 19%. L’intervento di tipo finanziario della Fondazione riesce a coprire il 50% delle persone che si collocano nella fascia di più alta vulnerabilità. L’incidenza del costo dell’abitare (mutuo, affitto, condominio, utenze), risulta essere di oltre 50% del reddito per il 16% dei casi. Sono il 43% coloro che hanno casa di proprietà, e di questi hanno un mutuo il 56%;  tra coloro che hanno il mutuo solo il 52% riesce a pagare regolarmente le rate. Quanto alla fascia di età delle persone che si rivolgono alla Fondazione, la prevalente è quella tra i 50 e i 59 anni di età (il 35%); segue quella tra i 60 e i 69 anni (il 25%), ma c’è anche un 19% di persone tra i 40 e i 49 anni. Non c’è una particolare distanza tra i richiedenti aiuto per quanto riguarda il sesso: 218 uomini e 182 donne, ma va considerato che è prevalente il nucleo monogenitoriale che fa perno sulla donna, e il numero di donne sole che si rivolgono alla Fondazione rispetto al numero di uomini. Il 34.6 % delle persone richiedenti aiuto vengono messe in contatto con la Fondazione attraverso i Centri di ascolto delle Caritas parrocchiali o diocesani, a riprova dello stretto legame esistente tra la Fondazione e la Caritas diocesana di Roma, o direttamente attraverso gli stessi parroci.

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