“Sono convinta che la prima cosa da fare non sia strutturare le nostre scelte sulla base delle certezze e delle convinzioni che pensiamo di avere, ma partire dai dubbi e dalle domande a cui forse non sappiamo dare una risposta, aprendoci soprattutto all’ascolto dei più piccoli, dei giovani che hanno molto da raccontarci, quando sappiamo fermarci ad ascoltarli. Perché il terreno che stiamo esplorando è ignoto, e nessuno sa quale sarà il cammino che dovremo percorrere. È il motivo per il quale sto lavorando per istituire a Palazzo Chigi un gruppo di lavoro che abbia questa prospettiva, che maturi l’ambizione di offrire capacità di ascolto per avere soluzioni nuove”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, nel videomessaggio inviato per l’apertura dei lavori della Conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza.
“Ho scritto alla Commissione bicamerale per l’Infanzia e l’adolescenza del Parlamento per chiedere il contributo di tutte le forze politiche, perché questa è un’iniziativa che parte sì dal Governo ma che mi piacerebbe potesse diventare quanto più trasversale e condivisa possibile”, ha spiegato il premier, convinta che “questa è una sfida che non riguarda noi; riguarda il futuro stesso della Nazione ed è insieme che dobbiamo lavorarci”. “Lo scenario in cui siamo chiamati a muoverci”, ha osservato Meloni, è “uno scenario molto più complesso di quello che a volte riusciamo persino a immaginare. I nostri figli sono la prima generazione interamente digitale, crescono in un mondo completamente diverso da quello in cui siamo cresciuti noi, e quello in cui sono cresciute le generazioni che ci hanno preceduto. Nessun genitore di oggi sa quali siano i rischi che il proprio figlio corre e come impatteranno su di lui i tanti, troppi e troppo superficiali, stimoli che riceve”. Il presidente del Consiglio ha voluto anche ringraziare “i rappresentanti delle associazioni, delle organizzazioni, del Terzo settore” che “portano il loro prezioso contributo per affrontare alcune delle priorità che impattano di più sui giovani, dalla dilagante pervasività del digitale al tema dell’isolamento sociale, dal crescente bisogno delle Istituzioni di riferimento – famiglia e scuola in testa, ovviamente – di essere supportate, alla diffusione di vecchie e nuove dipendenze patologiche”.