“Verso una cittadinanza cristiana in Europa” è stato il tema di un incontro ecumenico che si è svolto a Nyborg, in Danimarca, su iniziativa della Conferenza delle Chiese europee (Cec) in collaborazione con il Consiglio delle Chiese Danesi (Dkr) nel contesto del semestre di presidenza Ue della Danimarca. Il sito della Chiesa cattolica in Danimarca oggi propone un dettagliato resoconto del dibattito in cui è emerso che “le Chiese hanno un duplice ruolo complesso: devono contribuire alla pace e alla coesione in Europa e, allo stesso tempo, essere leali agli interessi nazionali in un nuovo scenario geopolitico”. Si è discusso di come le Chiese “possano sostenere iniziative per una pace giusta e allo stesso tempo sostenere l’appello del Vangelo alla pace”. Tra le testimonianze, le voci delle Chiese di Ucraina, Georgia e Armenia con un messaggio: “Il ruolo delle Chiese non è solo quello di confortare, ma anche di sostenere il diritto dei popoli alla libertà, alla giustizia e all’autodeterminazione”. E ancora: “le Chiese europee devono trovare un nuovo ruolo. Non si tratta solo di dire no alla violenza, ma anche di essere presenti nel dibattito su difesa, sicurezza e cooperazione europea”. Ai lavori ha partecipato anche il segretario generale della Comece (Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea), padre Manuel Barrios Prieto, che, intervistato per www.katolsk.dk, ha fatto un bilancio positivo dell’incontro: “Dobbiamo accettare di trovarci in un nuovo ordine mondiale, che non si basa più sulla legalità e sul multilateralismo. Potere e dipendenza sono diventati molto più importanti”, ha affermato. “La domanda è: quale messaggio può dare la Chiesa in una situazione del genere, soprattutto in termini di sicurezza, difesa e spesa militare? Se si comprende la necessità che l’Ue sia in grado di difendersi e di dimostrare di poter competere a livello globale, è assolutamente fondamentale che l’Europa non perda la sua identità di comunità di valori”.