Sostentamento clero: Catania, l’esperienza del Cento Lizzio a Peternò guidato da don Nuccio Puglisi

Si celebra domenica, 21 settembre, la XXXVII Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. Tra le storie dei sacerdoti, la campagna promuove don Nuccio Puglisi, parroco di Cristo Re a Paternò e direttore della Caritas diocesana di Catania, nell’ambito dell’iniziativa legata al “Centro Lizzio”, presidio di studio e legalità per giovani a rischio di dispersione scolastica. In questa città, centro urbano da 40mila abitanti a venti chilometri da Catania, da due anni opera un centro formativo dedicato alla memoria dell’ispettore Giovanni Lizzio, vittima di Cosa Nostra nel 1992. In questo luogo, realizzato in collaborazione tra Caritas diocesana, parrocchia “Cristo Re” e l’Istituto Comprensivo “G. Marconi” di Paternò e Ragalna, i bambini della scuola primaria trovano cura e ascolto tra doposcuola e attività oratoriali grazie a una squadra di volontari guidata da don Puglisi. Una testimonianza “concreta” della Chiesa in uscita – si legge in un nota – che “si sviluppa nell’ambito di un patto di mutualità educativa per ridurre le condizioni che favoriscono il disagio giovanile e scolastico e che al contempo sostiene una forma di ‘educazione alla carità’ con la programmazione nelle scuole del circondario di incontri formativi per promuovere l’accoglienza, l’ascolto, il donarsi agli altri, prospettando anche percorsi di volontariato rivolti ai docenti e alle famiglie nelle strutture della Caritas diocesana di Catania”. “Il Centro Lizzio è il secondo avamposto della provincia promosso dall’Arcidiocesi contro la dispersione scolastica e a sostegno delle famiglie meno fortunate che si trovano impossibilitate a garantire ai bambini un adeguato accompagnamento culturale, ludico, religioso e affettivo”, racconta il sacerdote su “Uniti nel Dono” nel servizio “A Paternò la parrocchia è cantiere di futuro” (disponibile al link https://www.unitineldono.it/le-storie/a-paterno-la-parrocchia-che-strappa-i-bambini-alla-strada).  “Pur nelle ristrettezze di spazio e di risorse di cui disponiamo – aggiunge – e pur con pochi operatori a disposizione, ma sempre generosi nella loro offerta di tempo e di entusiasmo, la parrocchia Cristo Re si fa portavoce di una Caritas diocesana che, sforzandosi di essere presente negli spazi più periferici della nostra Chiesa, cerca di annunciare la speranza di un futuro migliore attraverso forme sempre nuove di servizio e di prossimità”. Per cinque giorni alla settimana i volontari si mettono a disposizione delle famiglie e dei bambini, fornendo ascolto e una realtà familiare in uno spazio e un tempo interamente dedicato a loro. A disposizione dei giovani studenti ci sono tanti animatori che provengono dal mondo dell’università, della scuola, dell’associazionismo cattolico e della parrocchia. Tra questi c’è Marina, referente del Centro, che sottolinea i risultati didattici del progetto: “Rispetto all’inizio dell’anno scolastico, i bambini sono riusciti a ottenere un netto miglioramento a scuola. Una crescita che abbiamo osservato anche a livello di socializzazione e di educazione; tutti stanno crescendo e maturando”. Un processo che aiuta i bambini e anche i volontari. Per Simonetta, questo servizio “è un punto di incontro fra le esigenze dei bambini e un’esigenza mia come volontaria, mi rendo conto di essere io a ricevere di più”. E le motivazioni emergono a tutte le età: Myriam, 17 anni, la più giovane del gruppo, sottolinea come proprio in questo contesto sia riuscita “a creare davvero un bel rapporto con tutti i bambini e loro mi danno tantissime soddisfazioni”. L’esperienza di Paternò è la seconda del territorio etneo: già da tre anni, sempre per iniziativa dell’arcidiocesi di Catania, nel quartiere periferico di San Giorgio opera il “Centro Livatino”. E un nuovo progetto similare è in programma nel corso dell’anno nel comune di Mascalucia.

 

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