Diocesi: Caserta, il 22 settembre si presenta “Studiare per essere liberi”

Il 22 settembre, alle ore 12, nella Sala “Papa Francesco ‘24” della curia vescovile di Caserta, ci sarà la presentazione ufficiale e la sottoscrizione del protocollo d’intesa del progetto “Studiare per essere liberi”. L’iniziativa di formazione universitaria è rivolta ai giovani stranieri di seconda generazione, nata dalla collaborazione tra diverse istituzioni del territorio campano. L’obiettivo del progetto è favorire l’integrazione e l’emancipazione di questi ragazzi, offrendo loro un percorso di studi universitari che li aiuti a superare le difficoltà socio-economiche e ad accedere a opportunità lavorative più qualificate.
Promosso dall’arcidiocesi di Capua e dalla diocesi di Caserta, il progetto coinvolge un’importante rete di partner, tra cui le Caritas diocesane, la Fondazione Erri De Luca e l’Università della Campania “L. Vanvitelli”.
Un ponte verso il futuro, una risposta alla discriminazione
Mons. Pietro Lagnese, arcivescovo di Capua e vescovo di Caserta, ha sottolineato il profondo significato dell’iniziativa. “L’obiettivo principale del progetto è favorire l’accesso agli studi accademici ai nuovi cittadini italiani, figli di stranieri e quindi ‘di seconda generazione’, spesso non incentivati a proseguire gli studi a causa dei limiti socio-economici delle loro famiglie”, ha dichiarato. Il presule ha inoltre spiegato la scelta simbolica della data, il 22 settembre, in prossimità della commemorazione della strage di Castel Volturno del 2008: “Il progetto ‘Studiare per essere liberi’ vuole essere, infatti, una risposta condivisa delle nostre Chiese, delle Istituzioni accademiche e delle Associazioni di promozione sociale affinché, anche attraverso il diritto all’istruzione, sia promossa e valorizzata la presenza degli stranieri sul nostro territorio”.
La partnership si arricchisce del contributo filosofico e culturale della Fondazione Erri De Luca, che si impegna a promuovere il pensiero critico e la narrazione come strumenti di inclusione. Lo stesso Erri De Luca ha espresso la visione alla base del loro impegno: “Siamo contemporanei delle grandi migrazioni di vite umane. Attraverso oceani, mari, deserti e montagne, da un continente all’altro si muovono innumerevoli destini. Una voce li diffama definendoli clandestini. Se lo sono, lo è l’umanità con la sua storia viaggiante sul pianeta”.
La Caritas gioca un ruolo cruciale nell’iniziativa, occupandosi dell’identificazione e del supporto dei beneficiari. Don Antimo Vigliotta, direttore della Caritas Caserta, ha sintetizzato l’approccio dell’ente: “Accompagnare per integrare: così potrei sintetizzare questo nuovo progetto che vede coinvolte tante realtà educative al fine di un impegno a creare ponti e non muri soprattutto con le nuove generazioni, e generazioni di migranti presenti sul nostro territorio. Un progetto che ben si inserisce nel solco avviato da anni dalla nostra Caritas diocesana in modo particolare dall’area Immigrazione: la persona non solo come oggetto ma soggetto del suo riscatto, della sua integrazione, della sua promozione. Si auspica di incoraggiare sempre di più gli immigrati di seconda generazione a continuare gli studi accademici al fine di non cadere nelle mani della criminalità ed essere sfruttati”. Suor Paola Germanò, direttore della Caritas di Capua, ha descritto i giovani coinvolti come “veri pellegrini di speranza, sono la speranza del futuro”, auspicando che il progetto diventi un “trampolino di lancio verso un futuro di speranza”.
Il progetto, che prevede una prima fase sperimentale di tre anni e l’iscrizione di un massimo di dieci studenti per anno accademico, rappresenta un impegno concreto per promuovere una cultura dell’integrazione e offrire a questi giovani le opportunità che meritano.

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