Inizio anno scolastico: mons. Sanguineti (Pavia), “laboratori di speranza e di vera umanità”

“Scuole statali, paritarie, private: sono tutti luoghi importanti e decisivi per il presente e il futuro delle giovani generazioni: dai piccoli della scuola d’infanzia fino agli adolescenti e ai giovani delle secondarie. Ed è bene che il multiforme mondo della scuola avverta intorno a sé sostegno e stima da parte delle famiglie, della comunità civile, della Chiesa e di tutte le realtà che contribuiscono alla crescita dei più giovani, in un’alleanza che abbia al centro il bene autentico di ogni persona”. Lo scrive il vescovo di pavia, mons. Corrado Sanguineti, in un messaggio al mondo della scuola, pubblicato sul settimanale diocesano “Il Ticino”.
Per il presule, “se c’è una parola che ha a che fare con l’esperienza della scuola” è “speranza”. “Perché ogni alunno delle vostre scuole – spiega – è un concentrato di speranza, porta nel cuore un’apertura naturale alla vita, di cui sono segni la vivace curiosità dei piccoli, il loro sorriso, la loro voglia d’imparare e di ripartire dopo ogni insuccesso. Il cuore è mosso da desideri inesauribili di felicità, di bellezza, di amore, di verità e di bene, è lanciato nell’avventura dell’esistenza con un’ipotesi positiva: che valga la pena vivere, che l’esistenza abbia un significato, che si possano incontrare presenze buone, maestri, amici, compagni di cammino, testimoni affascinanti che aiutano a non perdere mai lo stupore d’essere vivi, a vivere il dramma della libertà, che più si cresce e più è chiamata a scegliere, a essere disponibili a lasciarsi interrogare da tutto”.
Ma, avverte, “questo potenziale di vita può anche spegnersi, può essere soffocato o indirizzato a mete sbagliate, può decadere nella noia e nel disincanto che purtroppo si fanno strada nella vita di non pochi giovani: incontrate talvolta, nelle vostre classi, volti di alunni spenti o tristi, oppure incapaci di entrare in relazione con gli altri e con la realtà, apparentemente disinteressati o in atteggiamento di ribellione e di sfida”. E “qui è la grande e nobile fatica di voi dirigenti, docenti e di tutto il personale scolastico: riuscire a intercettare il cuore dei vostri studenti, leggendo anche fatiche e disagi che essi vivono, per situazione della loro famiglia o per altri motivi. Mentre attraverso lo studio e la conoscenza delle varie discipline, dovremmo essere introdotti al gusto e alla complessità del reale e dell’esperienza umana, l’opera più delicata è aiutare ciascun alunno a trovare il proprio posto nel mondo, a scoprire il proprio dono, le capacità, le inclinazioni, i desideri che portano in se stessi”.
Avendo visitato negli anni scorsi le scuole dell’infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado della città e dell’intera diocesi di Pavia, il vescovo ha toccato con mano “quanta dedizione sia ancora presente in chi fa vivere le nostre scuole”: “Di questo grande lavoro, spesso nascosto e non sufficientemente apprezzato e riconosciuto nella nostra società, desidero rendere grazie perché è un segno di speranza incontrare presenze adulte che sanno ancora proporre qualcosa di vero e di buono alle giovani generazioni e vivono l’appassionante fatica dell’educare, che non significa riempire la testa di contenuti, ma saper accendere il cuore e la mente di chi è affidato alla cura di noi adulti”.
Mons. Sanguineti conclude con l’auspicio che le scuole “diventino laboratori di speranza e di vera umanità”.

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