Diocesi: mons. Carboni (Oristano), festa per la Patrona e inizio della visita pastorale

LA diocesi di Oristano da stasera in festa per i festeggiamenti della patrona Nostra Signora del Rimedio.  Tra le celebrazioni programmate dal rettore della basilica, mons. Gianfranco Murru, anche il solenne pontificale dell’arcivescovo mons. Roberto Carboni  lunedì 8 settembre alle 18.30 sul  sagrato della basilica. Durante la celebrazione, l’arcivescovo presenterà la nuova Lettera alla comunità, la sesta delle sue lettere pastorali alle diocesi di Oristano e Ales-Terralba. La stessa sarà distribuita ai fedeli presenti. La Lettera è particolarmente indirizzata alla comunità diocesana di  Oristano dal momento che tratta il tema della Visita pastorale che il presule si appresta a iniziare e vivere per il prossimo triennio quando si recherà in tutte le 85 parrocchie arborensi per l’incontro con le comunità. Un impegno importante per la vita della “nostra Chiesa diocesana e per il nostro territorio arborense, già lanciato in occasione della Messa Crismale del Giovedì santo (quando fu letto il Decreto di indizione), che sarà inaugurato nella solennità di Cristo Re a novembre e che sarà avviato a gennaio 2026”, spiega la diocesi. Il titolo della lettera è “Oggi devo fermarmi a casa tua (Lc 19,5),   Incontrare il Signore, incontrare gli altri”. Il presule sottolinea che la visita pastorale è  “un’esperienza di grazia, di ascolto, di condivisione e di incontro fra i più significativi che il vescovo possa vivere insieme alla comunità a lui affidata”.  La pagina del vangelo che accompagnerà la Visita pastorale, ma anche “il percorso delle comunità per quest’anno – scrive il presule – è “l’incontro di Gesù con Zaccheo. Il Maestro rivolge un invito ancora valido anche per noi: oggi devo fermarmi a casa tua (Lc 19,5). Gesù desidera entrare in relazione con Zaccheo, incontrarlo nella sua casa, con i suoi familiari, e oggi desidera farlo con ciascuno di noi. Dopo aver dato la luce al cieco, che sedeva lungo la strada (Lc 18,35-43), entra in città per realizzare in un modo ancor più clamoroso il suo compito di dare la vista ai ciechi, che hanno lo sguardo interiore offuscato, e sanare la loro incredulità. Non ha paura di incontrare le persone e di misurarsi con loro e con i loro problemi quotidiani. Così Egli vuole incontrare anche noi, nonostante le nostre fragilità e contraddizioni”. La realtà che “stiamo vivendo – spiega mons. Carboni – è contradditoria e spesso violenta. Come Chiesa siamo invitati a uscire e attraversare le nostre città, dove vivono e lavorano tanti uomini e donne, desiderosi di testimoniare la loro fede e di impegnarsi concretamente per il bene comune, nella costruzione di una nuova società, la civiltà dell’amore. Sentiamo più urgente questa necessità nel contesto attuale dove le parole e le immagini parlano di guerra, violenza e dolore. Sappiamo di non poter risolvere i gravi problemi che ci circondano in un modo magico o immediato; tuttavia, siamo chiamati a intrecciare il coinvolgimento personale con la fiducia nel Signore, per portare alle nostre comunità parrocchiali, piccole o grandi che siano generose e impegnate o stanche e affaticate, l’annuncio di pace che viene dal Vangelo, insieme alla consapevolezza della nostra responsabilità civile, che sfoci nella speranza che è ancora possibile, anche ai nostri giorni, vivere nell’accoglienza e nel rispetto reciproco”. Il presule quindi desidera fermarsi “idealmente nelle vostre case, per accogliere e celebrare insieme a voi il grande dono dell’amore di Dio” ed evidenzia che la “sintesi dell’incontro tra il Signore e Zaccheo è che il Signore vuole incontrare ciascuno di noi nella nostra casa, nella nostra vita, nella nostra piega esistenziale; egli ci chiede un cambio profondo di atteggiamento, per passare dalla chiusura alla generosità, dall’isolamento alla condivisione”.

 

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