Il voto è stato sciolto. Questa mattina gli Scalzi hanno percorso i sette chilometri che separano la cittadina di Cabras dal villaggio campestre di San Salvatore, rinnovando con passione e devozione il rito secolare che da oltre quattro secoli custodisce l’identità del popolo cabrarese. Più di novecento curridoris, a piedi nudi e vestiti con il tradizionale saio bianco stretto in vita da un cordone, hanno scortato di corsa il simulacro di San Salvatore lungo le strade del Sinis, tra polvere, sudore ed emozioni contrastanti. L’evento, che rientra tra i grandi eventi identitari della Regione Sardegna è organizzato dal Comune di Cabras con il contributo dell’Assessorato regionale del Turismo – Sardegna Turismo, della Fondazione Mont’e Prama e della Fondazione di Sardegna, in collaborazione con il Comitato dei festeggiamenti civili “San Salvatore”, l’Associazione Is Curridoris, l’Associazione Santu Srabadoeddu e con il supporto organizzativo dell’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo. “Le due giornate di sabato e domenica – dichiara il Sindaco di Cabras Andrea Abis – rappresentano un momento estremamente importante per Cabras, un paese che si riconosce nei suoi curridoris. Con un atto profondo di devozione, essi non solo celebrano la tradizione religiosa, ma rievocano anche le radici storiche della nostra comunità. La partenza del sabato mattina da Cabras verso il villaggio di San Salvatore è un istante di straordinaria intensità emotiva: l’attesa si trasforma in tensione e in speranza, fino a compiersi nello scioglimento del voto. Un voto che non appartiene solo al singolo, ma che racchiude la fede e l’identità di un intero popolo”. “È iniziato tutto circa 17 anni fa – racconta il Presidente del Comitato Organizzatore della Festa di San Salvatore 2025, Simone Pisci – quasi per gioco: dissi ad amici e familiari che un giorno avrei voluto fare il presidente della Festa di San Salvatore, la festa che ogni cabrarese attende per un anno intero. Non nego che in queste notti il sonno sia spesso interrotto dalle preoccupazioni: la paura che qualcosa vada storto è sempre lì, ma cerco di nasconderla per trasmettere serenità agli altri membri del Comitato. Ci tengo a ringraziare di cuore tutti i cittadini di Cabras che ci hanno accolto con generosità durante la questua, ognuno dando il proprio contributo come poteva. Senza il loro sostegno, nulla sarebbe stato possibile. E un grazie particolare va anche ai tantissimi sponsor, che ci supportano sia con risorse economiche sia con prodotti della loro attività”. La giornata è cominciata all’alba a Cabras, quando le case dei curridoris si sono illuminate e l’intero paese si è ritrovato nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta per la celebrazione della messa. A concelebrarla, insieme al parroco don Giuseppe Sanna, anche il card. François-Xavier Bustillo, vescovo di Ajaccio. Terminata la funzione, la processione ha accompagnato la statua del Santissimo Salvatore e la bandiera dei curridoris fino a via Tharros, luogo della partenza. Poco dopo le 7.00, il decano della corsa, Antonio Manca, ha pronunciato a gran voce l’attesa invocazione “Baxi in nomine ’e Deus!”, il segnale che ha dato il via al rito secolare della Corsa degli Scalzi. In un attimo il lungo cordone bianco si è messo in marcia di corsa, sostenuto dagli applausi, dall’emozione e dall’incitamento della folla. La festa si chiuderà domani a Cabras.