C’è attesa per la festa che si celebra ogni cinque anni a Iolo, in diocesi di Prato. A settembre la parrocchia di San Pietro celebra San Pio Martire, le cui spoglie sono custodite nella pieve da oltre due secoli, quando arrivarono da Roma nel 1815. Le iniziative in onore del Santo si tengono solitamente ogni cinque anni, l’ultima edizione avrebbe dovuto tenersi nel 2020, ma a causa della pandemia da Covid non fu possibile rinnovare la tradizione. Sono dunque dieci anni che Iolo aspetta di potersi riunire in onore di San Pio e nei prossimi giorni la comunità tornerà a farlo alla presenza del card. Gualtiero Bassetti, il 14 settembre: sarà lui a presiedere il solenne pontificale del mattino e a guidare la processione per le vie del paese. Le celebrazioni religiose iniziano sabato 6 settembre, alle 18, con la messa presieduta dal vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini. Si aprirà l’urna di San Pio, che durante i festeggiamenti lascerà la cappella laterale nella quale solitamente si trova, per essere posta sull’altare maggiore. Domenica 7 settembre alle ore 11.15 messa con anniversari di matrimonio. Domenica 14 settembre solenne pontificale alle 11 presieduto dal card. Bassetti; durante la celebrazione cinque suore delle Domenicane di Iolo ricorderanno il venticinquesimo di consacrazione. Alle 17 partenza della processione con l’urna di San Pio. Nei giorni della festa, la messa feriale delle ore 18 è celebrata a turno da un sacerdote diocesano.
Un po’ di storia: nel 1810 Papa Pio VII concesse alla pieve di San Pietro a Iolo le spoglie di San Pio Martire, prelevate dalle catacombe di Santa Ciriaca a Roma. La tradizione vuole che il Santo fosse un soldato romano e il vaso di sangue conservato assieme ai suoi resti attesta che egli rese la “bella testimonianza” del martirio. Arrivò nella piana pratese cinque anni dopo la concessione, nel 1815, su un carro trainato da buoi e le cronache ricordano che fu subito venerato dai fedeli. “I tanti ex voto che adornano le purpuree vesti ne sono viva e autentica attestazione”, spiega Matteo Marconi, cerimoniere del comitato promotore nominato dal parroco, don Giancarlo Innocenti. “Oggi i tempi sono cambiati, ma l’affetto degli aiolesi per San Pio resta immutato”, conferma il sacerdote: “possiamo definire questa ricorrenza come una vera festa di paese, che coinvolge anche chi non frequenta la parrocchia. È una festa che unisce alla parte religiosa aspetti culturali, ludici e gastronomici. Tutti molto sentiti”. “Esiste anche un inno a San Pio”, dice Marconi, che è anche direttore del coro parrocchiale: “Un canto composto dal maestro pratese Attilio Ciardi nel 1904, con le parole del pievano Alberto Gori. Un brano che la comunità intona durante le celebrazioni della festa”.