Settimana liturgica nazionale: il card. Battaglia porta il saluto di p. Romanelli, parroco di Gaza, ai partecipanti

(Foto Doriano Vincenzo De Luca)

Alla chiusura della 75ª Settimana liturgica nazionale, il card. Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha condiviso con i presenti il saluto di padre Gabriel Romanelli, parroco della comunità latina di Gaza, che ha sentito prima di partecipare ai lavori della Settimana.
Il sacerdote ha voluto far giungere la propria vicinanza spirituale ai partecipanti, sottolineando la forza che la comunità cristiana di Gaza riceve dalla preghiera:
“Quello che ormai io soffrirò con i miei figli e con i miei amici è la realtà che continuo a vivere insieme al mio popolo. Sentiamo davvero l’opera di Dio, la grazia di Dio, che continua a pulsare nella porta del nostro cuore e ci aiuta a dare senso a tutto quello che stiamo vivendo”.
Romanelli ha aggiunto:
“La preghiera ci sta dando coraggio, la preghiera ci sta dando forza, la preghiera ci sta dando anche serenità. E noi la stiamo sentendo arrivare, come un sostegno che ci accompagna nelle difficoltà”.

(Foto Doriano Vincenzo De Luca)

Il card. Battaglia ha fatto proprio questo appello, ricordando che “proprio nel buio della sofferenza, la preghiera diventa luce e la liturgia diventa forza che consola e sostiene”.
Nella sua riflessione conclusiva, Battaglia ha consegnato ai partecipanti un numero simbolico: il 10.
“È il numero dei verbi del Magnificat – ha spiegato –, il canto della Madre di Dio che segna la vera rivoluzione della storia: ha guardato all’umiltà della sua serva, ha fatto grandi cose in lei, ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote, ha soccorso Israele suo servo, si è ricordato della sua misericordia”.
Ma il cardinale ha ricordato che anche la parabola del Buon Samaritano contiene dieci verbi che orientano all’azione: “Lo vide, ne ebbe compassione, si fece vicino, versò olio e vino sulle ferite, lo caricò sul giumento, lo portò all’albergo, si prese cura di lui, pagò per lui, promise di ritornare, e mantenne la promessa. Sono i verbi dell’amore concreto, che mettono al centro il dolore dell’altro. La compassione non è un istinto, è una conquista”.
Secondo Battaglia, questi due riferimenti evangelici indicano la strada:
“Il numero 10 tiene insieme contemplazione e azione. Il Magnificat ci invita a contemplare le meraviglie di Dio, il Samaritano ci spinge ad agire con amore concreto. È così che il Vangelo scrive ancora oggi nuove pagine di storia. Va’ e fa’ anche tu lo stesso”.
In chiusura, Battaglia ha ringraziato il Cal per aver scelto “Napoli, per aver vissuto questa esperienza dentro la Chiesa di Napoli, abitando il suo territorio. Napoli ringrazia dal profondo del cuore”.

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