Anche ad agosto nella casa circondariale di Montorio c’è un’attività che non conosce pausa: il servizio del Guardaroba. I volontari del Consiglio centrale di Verona della Società di San Vincenzo De Paoli si muovono tra scatoloni di vestiti: piegano magliette, controllano taglie, scelgono scarpe. Ogni pacco porta un nome, un volto, una richiesta precisa.
Da vent’anni, ogni mercoledì, i volontari consegnano capi di abbigliamento ai detenuti più bisognosi di Montorio. Nei mesi estivi, quando molte realtà sospendono le proprie attività, loro continuano con la stessa determinazione garantendo il servizio ogni due settimane. I detenuti segnalano agli agenti i capi di cui hanno bisogno, i volontari li preparano con cura. È un filo invisibile che attraversa le sbarre, fatto di attenzione, rispetto e ascolto.
“Relazionarsi con un detenuto non è semplice – afferma Franca Erlo, presidente del Consiglio centrale di Verona –. I nostri volontari riescono a vedere la persona andando oltre il suo reato. È una forma di servizio e di carità che richiede rispetto, pazienza e la capacità di entrare in contatto con fragilità profonde, spesso segnate dall’isolamento e dalla lontananza dagli affetti. Non ci si improvvisa: serve ascolto vero e un cuore disposto a restare vicino anche nelle situazioni più difficili”.
“Sono stata tra le prime volontarie del servizio del Guardaroba del Consiglio centrale di Verona della Società di San Vincenzo De Paoli nella casa circondariale di Montorio – racconta Francesca –. Negli anni abbiamo raccolto abiti usati, li abbiamo sistemati e, quando necessario, abbiamo acquistato capi nuovi. Ci siamo potuti così accostare alla vita dei più fragili e mostrare la nostra attenzione attraverso piccoli gesti”.
Fiorenza, oggi 82 anni, ha abbracciato il volontariato tanti anni fa e guarda con gratitudine al cammino percorso: “Il nostro servizio nel Guardaroba è stato ed è un piccolo ingranaggio di una macchina molto più grande e complessa che richiede impegno attraverso un’opera che è piena di vita. Una vita spesa per contribuire a dare all’altro ciò che serve. Nella semplicità di questo gesto c’è un valore che va oltre l’abito: c’è l’incontro con l’altro e il desiderio che nessuno si senta dimenticato”.
Nel 2024, la casa circondariale di Montorio è stata anche sede della XVII edizione del Premio Carlo Castelli, concorso letterario nazionale organizzato e promosso dal Settore Carcere e Devianza della Federazione nazionale italiana Società di San Vincenzo De Paoli Odv, che ogni anno dà voce ai detenuti di tutta Italia, offrendo loro la possibilità di esprimersi e raccontarsi attraverso la scrittura.