“Accogliamo con favore l’azione giudiziaria avviata dallo Stato della Louisiana, che ha deciso di intraprendere una battaglia legale contro Roblox per chiamarla alle proprie responsabilità. È un segnale forte e coraggioso, che speriamo possa spingere anche altri Stati e istituzioni a muoversi nella stessa direzione”. Lo afferma l’associazione Meter, da oltre trent’anni in prima linea nella lotta contro la pedofilia e lo sfruttamento minorile, che monitora quotidianamente le piattaforme di gaming e social, ribadendo tuttavia un principio fondamentale: “La protezione dei minori non può e non deve essere gestita a posteriori”. “Non è accettabile – si legge in una nota di Meter – che piattaforme frequentate quotidianamente da milioni di bambini e adolescenti in tutto il mondo intervengano soltanto dopo che siano esplosi casi mediatici o avviate cause legali. Le norme di sicurezza devono essere predisposte a monte, in maniera strutturale e preventiva, e non come risposta emergenziale a tragedie già avvenute”.
La Louisiana ha citato in giudizio Roblox, accusandola di aver creato un ambiente digitale “dove i predatori prosperano”, con oltre il 40% degli utenti al di sotto dei 13 anni. Centinaia di genitori in diversi Stati americani hanno presentato denunce collettive: in California una bambina di 10 anni è stata adescata su Roblox e poi spinta a comunicare tramite canali esterni come Discord e Snapchat, dove i controlli erano inesistenti. In Florida una ragazzina di 12 anni è stata vittima di molestie sessuali tramite Roblox, con conseguenze drammatiche sulla salute psicologica, fino ad episodi di autolesionismo.
“Le leggi – ribadisce Meter – devono essere applicate a priori, non dopo che il danno è avvenuto. Le piattaforme hanno il dovere etico e legale di proteggere i minori fin dalla progettazione dei loro spazi digitali, secondo un principio di safety by design”. L’associazione si dichiara disponibile a rafforzare ulteriormente la collaborazione anche con Roblox mettendo a disposizione “le proprie competenze, le esperienze maturate e le proprie metodologie di osservazione e segnalazione per aiutare la piattaforma a identificare e contrastare con più efficacia i predatori online. I minori – conclude la nota – hanno diritto a crescere in un ambiente digitale sicuro, libero da predatori e manipolazioni. La prevenzione non è un optional, ma un dovere morale e giuridico”.