Mons. Davide Carbonaro, arcivescovo metropolita di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, ha presieduto questa mattina l’eucaristia con i giovani lucani nella parrocchia di Santa Maria del Buon Consiglio. “Voi rappresentate questo piccolo tassello delle chiese di Basilicata che viene qui dove è Pietro, e si unisce come uno straordinario mosaico a tutti gli altri tasselli di comunità sparse in tutto il mondo. E quando tutti i pezzi costituiscono il bellissimo mosaico, allora possiamo contemplare un’immagine e riempire il nostro cuore di stupore”.
E ispirandosi al vangelo del giorno (Mt 13,54-58), mons. Carbonaro parla di Gesù che torna nella sua patria e “suscita domande” tra i suoi concittadini – non è il figlio di Giuseppe e Maria? – ma non è riconosciuto per chi realmente è. “La nostra patria comune è la mano di Dio, diventata carezza nei confronti della nostra umanità quando Gesù è venuto in mezzo a noi e l’ha trasformata”. E a proposito del riconoscere Gesù: “Nel momento in cui io conosco di più Gesù, conosco anche chi sono io. E questo è il cuore del mio rapporto con Lui. Più conosco Gesù, più conosco la mia umanità. E più conosco la via per raggiungere Gesù e cioè la sua divinità”. E come Gesù non è solo umano, “la speranza cristiana non è sperare che domani andrà tutto quanto bene, che domani mi iscriverò alla Luiss, che forse riuscirò a trovare un posto di lavoro in Basilicata: è la speranza della vita che dura per sempre”. E invita i ragazzi ad approfittare di questi giorni: che il Signore che cammina con noi ci conceda gli occhi dello stupore.