La Giornata nazionale in memoria dei rom e dei sinti assassinati sotto il nazismo è stata ricordata stamani con una cerimonia di deposizione di corone di fiori sulla Heldenplatz di Vienna. All’evento hanno partecipato il presidente del Consiglio nazionale, Walter Rosenkranz, e il presidente del Consiglio federale, Peter Samt, con i rispettivi vice-presidenti, e il vescovo ausiliare di Vienna, mons. Franz Scharl, il quale ha sottolineato a Kathpress, agenzia di stampa cattolica austriaca, che la Chiesa desidera mostrare la propria presenza e prendere sul serio le preoccupazioni delle persone colpite. L’occasione è la Giornata nazionale in memoria dei rom e dei romnja, nonché dei sinti e dei sintizze, che si celebra sabato 2 agosto Anche la Chiesa cattolica sostiene spiritualmente la commemorazione, attraverso una preghiera appositamente formulata. Scharl, responsabile della pastorale per i rom presso la Conferenza episcopale, ha sottolineato l’importanza di una convivenza rispettosa. “Come società, non siamo ancora al livello che dovremmo essere”, ha affermato Scharl, che chiede una maggiore valorizzazione e partecipazione per rom, sinti e jenisch. Per l’occasione, l’Azione cattolica austriaca (KaÖ) mette in guardia contro attacchi sottili e palesi alla dignità umana basati sull’appartenenza etnica e chiede solidarietà cristiana. “Ogni forma di antiziganismo è profondamente anticristiana”, hanno affermato il presidente della KaÖ , Ferdinand Kaineder, con i vicepresidenti Katharina Renner e Thomas Immervoll. “Lo sterminio sistematico delle minoranze etniche non è avvenuto all’improvviso, da un giorno all’altro. Decenni di discriminazione e degrado sistematici, subiti dalle persone colpite nel loro ambiente immediato, sono stati i precursori del crudele programma di sterminio nazista”, ricorda Katharina Renner. La profanazione delle tombe dei luoghi di sepoltura di rom e sinti, romnja e sintizze, in diversi cimiteri viennesi la scorsa estate e questa primavera dimostra che nella società sono ancora diffusi gli attacchi alle minoranze e ai gruppi etnici. E la discriminazione nei confronti dei membri di questi gruppi etnici è tangibile sul posto di lavoro, a scuola e attraverso i media. Le persone colpite spesso non osano denunciare incidenti e attacchi per timore che ciò peggiori ulteriormente la loro situazione: “Come cristiani, siamo chiamati a mostrare la nostra solidarietà con le vittime nella nostra vita quotidiana e a offrire supporto”, ha affermato Renner, che ribadisce come “le parrocchie possano essere luoghi di incontro, discussione e incoraggiamento, soprattutto per i membri di gruppi etnici che sperimentano personalmente il degrado nella loro vita quotidiana nella nostra società”.