“Il riscatto è sempre un’esperienza di speranza. È la forza della gratuità che restituisce fiducia a chi l’aveva perduta, che rialza chi era stato abbattuto”. Nella voce di mons. Luigi Renna, arcivescovo di Catania e presidente del Comitato per le Settimane Sociali dei cattolici, il tema del riscatto prende forma durante l’incontro ospitato nella chiesa di San Filippo Neri in Eurosia. Con lui sul palco, Vito Mazzara, presidente della Coop “Rita Atria” di Castelvetrano. A introdurre don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro: “La cura dell’ambiente e la cura della persona – ha esordito don Bignami – si sposano bene quando abbiamo un’economia capace di riscatto”.
“Il riscatto attraverso il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla mafia – ha raccontato Mazzara – genera un’economia virtuosa”. La sua cooperativa non solo lavora sui terreni confiscati, ma integra persone svantaggiate: “molti imparano un mestiere da spendere nel mondo del lavoro, così rinascono, insieme a quei terreni”. Renna ha radicato la parola “riscatto” nel cuore della teologia: “Il Redentore è colui che riscatta: pensiamo al buon ladrone, al figliol prodigo. Dio ci riscatta facendosi piccolo”. Ma il vescovo ha anche chiarito che la logica del riscatto non può restare solo spirituale: “Significa informarsi, fare volontariato, impegnarsi in politica. Tutto questo è organizzare la speranza. Non basta credere nel riscatto: va costruito giorno per giorno”.