Disturbi alimentari: Osp. Bambino Gesù, +38% day hospital dal 2020. Zanna, “quadri psicopatologici più gravi”. Per approccio efficace lavoro multidisciplinare e coinvolgimento famiglie

(Foto Osp. Bambino Gesù)

Dal 2020, l’Unità operativa semplice di Anoressia e disturbi alimentari dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha registrato un incremento del 38% nell’attività clinica: i day hospital sono infatti passati da 1.820 a 2.420 del 2024. I dati raccolti negli ultimi anni evidenziano un aumento dell’incidenza dei disturbi alimentari in età pediatrica e adolescenziale. L’andamento annuale per età e diagnosi dimostra un incremento significativo dei nuovi accessi tra le fasce d’età più giovani (<10 anni e 11-13 anni) che sono passati dai 59 del 2019 agli 89 del 2024 (+50%). Inoltre, la distribuzione delle diagnosi mostra un’incidenza rilevante di anoressia nervosa (An-R, An-Bp e An-A) e Arfid che dal 2019 sono rispettivamente aumentate del 68% e del 65%, confermando la necessità di protocolli di intervento sempre più mirati. Nel complesso, le nuove diagnosi di Dna sono aumentate del 64%, passando dalle 138 del 2019 alle 226 del 2024.
Le principali linee guida nazionali e internazionali sul trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in età evolutiva (quali le linee guida della Society for Adolescent Health and Medicine, del National Institute for Health and Care Excellence – Nice e della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza – Sinpia) sottolineano l’importanza del coinvolgimento familiare per un buon esito del trattamento. Il modello terapeutico adottato dal Bambino Gesù si basa su un lavoro multidisciplinare che coinvolge professionisti delle aree psicologica, nutrizionale, psichiatrica, endocrinologica e cardiologica, al fine di garantire un approccio integrato ed efficace.
“Negli ultimi anni – spiega Valeria Zanna, responsabile Unità operativa semplice di Anoressia e Disturbi alimentari dell’Ospedale – i pazienti più giovani presentano quadri psicopatologici più gravi, sia per la sintomatologia alimentare che per le caratteristiche psicologiche associate. Inoltre, i nuclei familiari di questi pazienti risultano più sofferenti, con difficoltà comunicative, una maggiore fragilità emotiva e un funzionamento complessivo compromesso”. Per far fronte a questa sfida, il Bambino Gesù adotta un trattamento calibrato su diversi livelli di intensità e frequenza, garantendo una presa in carico tempestiva e personalizzata. Il programma di Alta assistenza, in particolare, prevede accessi in day hospital con pasto assistito, monitoraggio psichiatrico e nutrizionale, psicoterapia di gruppo per genitori e pazienti e incontri di psicoterapia familiare. Con il miglioramento clinico, l’intensità della frequenza si riduce e il trattamento si concentra sul potenziamento delle risorse individuali e genitoriali.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa