Unità dei cristiani: mons. Oliverio (Lungro), Settimana è “occasione di maggiori preghiere perché il Signore realizzi presto l’unità tanto desiderata”

“Lo sforzo dei 318 Padri di Nicea, di trovare un linguaggio per parlare di unità che è radicata nell’unità di Dio, può ancora oggi ispirare tutti noi ad approfondire la nostra chiamata ad essere cooperatori di unità nelle famiglie, nelle realtà ecclesiali, nel mondo”. Lo scrive l’Eparca di Lungro degli Italo Albanesi dell’Italia Continentale, mons, Donato Oliverio, presentando il sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si apre oggi. Il presule della diocesi di rito cattolico-bizantino ricorda che il 2025 “segna un anno di grazia, l’Anno Santo del Giubileo, in cui ricorrono i 1700 anni dalla convocazione del I Concilio Ecumenico di Nicea (325)”, un’assemblea di vescovi “in cui si cercò di raggiungere un consenso nella Chiesa attraverso un’assemblea rappresentativa di tutta la cristianità: i vescovi rappresentavano l’intera cristianità e affermavano la loro fede nel Dio uno e trino”. Il Concilio di Nicea “portò al Credo niceno” recitato dai cristiani di diverse tradizioni ecclesiastiche, “dal momento che l’espressione di fede apostolica è un requisito per l’unità della chiesa”. A Nicea – ricorda ancora mons. Oliverio – si stabilì anche una data comune a tutte le Chiese per la celebrazione della Pasqua, “sebbene successivamente i cristiani si siano divisi anche su questo e utilizzino oggi calendari diversi per calcolare la data della Pasqua. Oggi, come allora – scrive l’eparca – la chiamata all’unità risuona con forza”. L’anniversario del Concilio di Nicea oggi – sottolinea mons. Oliverio – “interpella noi cristiani sul come confessiamo la fede apostolica nel nostro tempo e ci richiama alla visione dell’unica chiesa come comunione conciliare”. Allora si “aprì nella Chiesa una nuova pagina riguardo all’essere sinodale della Chiesa: la sinodalità, infatti, è una dimensione essenziale della Chiesa, così come essenziale è la dimensione ecumenica”.
I 1700 anni dal Concilio di Nicea “sia – auspica il presule dell’Eparchia – occasione per tutti noi di rimettere Cristo al centro, favorire l’incontro con Cristo e approfondire il significato del suo mistero. Non serve grande disquisizione per mostrare quanto oggi sia necessario rimettere Cristo al centro, dal momento che il mondo è sempre più ripiegato su se stesso a partire dai nostri contesti locali dove, sempre più, Dio scompare dall’orizzonte dell’uomo. Pertanto, tutti i cristiani – scrive – in questo anno di grazia sono chiamati ad aumentare, a partire dai contesti locali, l’unità visibile e tangibile che riflette l’unità del corpo di Cristo”. Possa questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani – conclude – essere “occasione di maggiori preghiere perché il Signore realizzi presto, mediante noi, strumenti indegni nelle sue mani, l’unità tanto desiderata”.

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