Il 46% della popolazione adulta mondiale, circa 2,2 miliardi di persone, nutre atteggiamenti antisemiti profondamente radicati, più del doppio rispetto ad un decennio fa e il livello più alto mai registrato da quando gli analisti hanno iniziato a monitorare queste tendenze a livello globale. È quanto emerge dall’ultimo  sondaggio Global 100 condotto da Adl (Anti-Defamation League) e coordinato con Ipsos e altri partner di ricerca. Per il sondaggio, sono state intervistate oltre 58.000 persone provenienti da 103 Paesi per una rappresentanza complessiva del 94% della popolazione adulta mondiale. Il sondaggio rileva che il 20% degli intervistati in tutto il mondo non ha mai sentito parlare dell’Olocausto. Meno della metà (48%) riconosce l’accuratezza storica dell’Olocausto, che scende al 39% dei giovani tra i 18 e i 34 anni, evidenziando una preoccupante tendenza demografica. Gli intervistati di età inferiore ai 35 anni hanno anche livelli elevati di sentimenti antisemiti (50%), 13 punti percentuali in più rispetto agli intervistati di età superiore ai 50 anni. Ad esempio, il 40% di coloro che hanno meno di 35 anni afferma che “gli ebrei sono responsabili della maggior parte delle guerre del mondo”, mentre è il 29% per coloro che hanno più di 50 anni, una notevole differenza di 11 punti percentuali.  Nonostante i risultati allarmanti sugli atteggiamenti antisemiti e sulla consapevolezza dell’Olocausto, i dati Global 100 evidenziano anche che ci sono aree in cui i governi possono agire per iniziare a invertire queste tendenze. I governi possono contare sul sostegno di una maggioranza incoraggiante (57%) degli intervistati a livello globale che riconoscono che l’odio verso gli ebrei è un problema serio nel mondo. Ciò vale anche per la maggior parte degli intervistati in tutte le sette regioni geografiche, fasce d’età, livelli di istruzione e orientamenti politici.