Secondo i dati federali e statali, rilanciati in un articolo dal quotidiano di Düsseldorf “Rheinische Post”, nel 2023 ci sono stati circa 590 casi di richiesta di rifugio in “asilo ecclesiastico” nel solo land Nord Reno-Westfalia: nel 2020 furono 130. La “Rete ecumenica per l’asilo nella Chiesa del Nord Reno-Westfalia” riceve attualmente dalle 20 alle 25 richieste al giorno da parte di persone minacciate di deportazione. Secondo statistiche incomplete, solo per ottobre 2024 l’organizzazione ha registrato circa 160 richieste. Lo sviluppo potrebbe anche essere dovuto al fatto che l’opportunità di chiedere aiuto alle comunità ecclesiali è più conosciuto, anche a causa dell’aumento federale di tentativi di espulsione dei rifugiati. Con l’asilo in chiesa, le parrocchie o le comunità religiose accettano i richiedenti asilo se ritengono che l’espulsione dalla Germania, con il conseguente trasferimento nel Paese d’origine, minacci la vita e l’incolumità del rifugiato. La base è un accordo tra l’Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati e le chiese. Di conseguenza, una parrocchia deve spiegare i motivi per cui concede l’asilo ecclesiastico in caso di difficoltà. L’ufficio quindi esamina nuovamente il caso. Ma recentemente diversi asili ecclesiastici sono stati evacuati dalle autorità statali e federali, con conseguente espulsione dei richiedenti asilo. Secondo il Rheinische Post, l’Ufficio federale non ha voluto cancellare nemmeno un’espulsione in tutta la Germania da gennaio 2024 a fine ottobre. Secondo il rapporto, le parrocchie a loro volta hanno ignorato la valutazione dell’Ufficio. Nel 2023 avrebbero posto fine solo all’1% dei loro asili dopo un rifiuto e secondo l’agenzia federale addirittura allo zero per cento dallo scorso gennaio a ottobre.