Inaugurato a Ravenna il nuovo emporio Caritas. Il card. Zuppi: “Siamo fatti per donare”

“Siamo fatti per donare. Questa è la nostra missione”. Così ha concluso il suo intervento il card. Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, intervenuto nella mattina del 14 dicembre, a Ravenna all’inaugurazione del nuovo emporio della Caritas. Con i suoi 1.800 metri quadrati di superficie, di cui 950 metri dedicati a depositi e al magazzino, 530 all’area dove le persone della Caritas potranno scegliere i prodotti di cui hanno bisogno e altri 320 per gli uffici e le aree formative, l’emporio è tra i più grandi presenti in Emilia Romagna. Il progetto era nato nel 2015 e si è realizzato grazie a un investimento di 1,3 milioni di euro con fondi della diocesi, derivanti dall’8 per mille, e con un contributo straordinario della Cei per 500mila euro. Per la diocesi di Ravenna-Cervia si è trattato di una festa cui sono intervenute centinaia di persone, tra volontari, sostenitori e amici della locale Caritas

“Siamo fatti per donare. Questa è la nostra missione”. Così ha concluso il suo intervento il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, intervenuto nella mattina del 14 dicembre, a Ravenna all’inaugurazione del nuovo emporio della Caritas.

Per la diocesi di Ravenna-Cervia si è trattato di una festa cui sono intervenute centinaia di persone, tra volontari, sostenitori e amici della locale Caritas. “Questo è un momento molto importante per noi – ha detto il direttore della Caritas diocesana, don Alain Gonzalez Valdès – e per la città di Ravenna. La nostra Chiesa è contenta di poter offrire questo servizio ai poveri. Poveri nei quali vediamo l’immagine di Cristo”.

Con i suoi 1.800 metri quadrati di superficie, di cui 950 metri dedicati a depositi e al magazzino, 530 all’area dove le persone della Caritas potranno scegliere i prodotti di cui hanno bisogno e altri 320 per gli uffici e le aree formative, l’emporio è tra i più grandi presenti in Emilia Romagna. Il progetto era nato nel 2015 e si è realizzato grazie a un investimento di 1,3 milioni di euro con fondi della diocesi, derivanti dall’8 per mille, e con un contributo straordinario della Cei per 500mila euro.

Saranno almeno 30 i volontari che vi lavoreranno, alcuni dei quali “nuovi”, che si sono presentati proprio dopo aver letto di questo nuovo progetto della Caritas. Si stima che ogni mese vi arriveranno 200 quintali di cibo, la metà dei quali dal Banco alimentare e l’altra metà frutto di donazioni o dell’acquisto di beni da parte della Caritas diocesana.

“Durante la pandemia – ha proseguito don Alain – abbiamo sperimentato l’inadeguatezza dei nostri luoghi dedicati alla carità. Questo emporio è un luogo di dignità e di incontro, dove si vuole superare la logica della sportina, del paternalismo e dell’assistenzialismo e favorire quella del riuso e del protagonismo. Non si vuole sostituire al lavoro di ascolto e di relazione che svolgono le parrocchie. Oggi la nostra Chiesa lo offre alla città a pochi giorni dal Natale”.

Il direttore della Caritas ha voluto ringraziare tutti i volontari: “Senza il vostro aiuto non sarebbe stato possibile realizzare quello che qui vedete, perché quest’opera che oggi inauguriamo è come il germoglio di una pianta. Si vede, sì, ma sotto, di nascosto, c’è ancora più vita, più energia, c’è tanta, tanta potenza. Poi un grazie va alla vicedirettrice Daniela Biondi che ci ha creduto e alla Cei, presente con il cardinale Zuppi. Senza quel contributo straordinario questo non sarebbe stato possibile. Oggi abbiamo realizzato un sogno”.

L’arcivescovo di Ravenna-Cervia, mons. Lorenzo Ghizzoni, ha messo in evidenza come il nuovo emporio rappresenti “un salto di qualità nel servizio ai poveri. Sul territorio rimarranno attivi i centri di ascolto, ma tutti siamo chiamati a lavorare assieme. Raddoppierà i posti l’accoglienza presso l’Opera Santa Teresa (alla Casa della Carità da 25 a 50, ndr) anche perché le richieste stanno aumentando”.

Secondo i dati del Dossier Caritas di Ravenna, nei primi 9 mesi del 2022 si sono rivolti al centro d’ascolto della Caritas diocesana 2331 persone, con un aumento rispetto allo stesso periodo del 2021. Nei primi sei mesi di quest’anno, il centro d’ascolto ha accolto 199 nuovi nuclei in difficoltà, mentre erano 91 alla stessa data dello scorso anno. E sono stati 13.876 i pacchi viveri distribuiti nella prima parte dell’anno. Un aumento stimato del 30%, rispetto all’anno scorso.

Il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, ha ringraziato l’arcivescovo, la diocesi e il presidente della Cei. “Questo emporio – ha evidenziato – racconta dell’impegno della Chiesa verso numerose famiglie. Un intervento di sostanza e di metodo, che pone grande attenzione alle modalità in cui viene esercitata la carità, nel rispetto della dignità della persona”.

Siamo immersi nella cultura della “colpevolizzazione della povertà – ha aggiunto il primo cittadino –. Ma nella vita tutti cadiamo e tutti siamo trapezisti cui va tesa una rete di protezione. Ecco perché questo intervento è fondamentale”.

Di “straordinaria rete di associazioni di volontariato” ha parlato il prefetto Castrese de Rosa. “Ravenna sa guardare al futuro – ha aggiunto –. La solidarietà è il cemento di una comunità”.

“Sono contento dell’intitolazione di questo luogo a don Angelo Lolli – ha detto il cardinale Zuppi nel suo breve intervento prima del taglio del nastro e della benedizione dei locali – sacerdote capace di tanta attività svolta con il cuore. Non è mica semplice. Alcuni hanno il cuore e non il fare. Altri fanno molto, ma non con il cuore. Oggi sono qui con voi per condividere e ringraziare, anche perché tutti siamo chiamati a essere volontari. La gratuità è importante perché l’amore è gratuito. E questo emporio è capace di dare dignità, mentre il paternalismo la toglie. Dalle tempeste che la vita pone, da quella del Covid come da quella terribile della guerra in Ucraina, così come dalla povertà”.

Infine il porporato ha raccontato un aneddoto accaduto pochi giorni fa a Casalecchio sul Reno, vicino a Bologna. “Sapete quell’abitudine che c’è del pane sospeso? – ha domandato Zuppi –. Ecco lasciamo qualcosa in sospeso per gli altri. Significa fare Natale, tutto l’anno. L’emporio è un po’ Natale tutto l’anno”.

 

 

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