Maria nella Divina Commedia. Vivaldelli: “È il ventilatore della misericordia di Dio nelle nostre torride giornate”

Gregorio Vivaldelli, ospite dell’Accademia Cusanus di Bressanone, alla vigilia della festa dell’Assunta ha accompagnato i presenti in un viaggio virtuale alla ricerca delle tracce di Maria, presenti nelle tre Cantiche del sommo poeta di cui ricorrono quest’anno i 700 anni della morte

“La Divina Commedia è un oceano di bellezza, in cui Maria è la bellezza nella bellezza”. Lo ha affermato ieri sera il biblista trentino Gregorio Vivaldelli, ospite dell’Accademia Cusanus di Bressanone dove, alla vigilia della festa dell’Assunta, ha accompagnato i presenti in un viaggio virtuale alla ricerca delle tracce di Maria, presenti nelle tre Cantiche del sommo poeta di cui ricorrono quest’anno i 700 anni della morte.
La Commedia, “scritta in poesia perché la poesia è il genere letterario in grado di dire l’indicibile, esprimere l’inesprimibile e pensare l’impensabile, perché fattore della realtà”, non è un’opera di erudizione, ma un tentativo di coinvolgere più persone possibile. Da qui la scelta del volgare, affinché tutti potessero capire. “Solo al tempo di internet ci hanno illusi che se leggiamo una cosa la capiamo subito – sottolinea Vivaldelli – ma non è così. Dante lungo il suo cammino viene accompagnato da tre guide, Virgilio, Beatrice e San Bernardo, perché da solo non ce l’avrebbe fatta. Ciascuno di noi ha bisogno di guide che ci aiutano a vivere la vita in pienezza”. Ed è proprio la prima guida di Dante, Virgilio, che – pur non citandola – parla di Maria. “Il viaggio di Dante inizia ‘nel mezzo del cammin di nostra vita’, ossia nel pieno delle fatiche della vita umana, in una ‘selva oscura’ che è esperienza esistenziale che tutti quanti noi facciamo. Oggi siamo perennemente connessi e per questo abbiamo l’illusione di essere al centro degli avvenimenti. Ma non è così. Nella vita digitale si è posti ai margini della realtà. La Divina Commedia è letteratura di immersione. E se anche noi ci immergiamo nel testo, scopriamo che a mandare Virgilio come guida a Dante è Maria. La ‘Donna è gentil nel cielo che si compiange’ è appunto Maria, che si rattrista così tanto per Dante, da arrivare a convincere Dio a inviargli una guida. Chiaro qui è il richiamo all’episodio evangelico delle nozze di Cana, dove Maria convince Gesù a provvedere al vino per gli sposi, anche se in un primo momento il Figlio le aveva risposto che non era ancora giunta la sua ora”.

Segni della presenza di Maria si ritrovano anche nell’Antipurgatorio. “Siamo nel V canto del Purgatorio e Dante incontra Buonconte da Montefeltro. Questi aveva perso la vita nella battaglia di Campaldino, avvenuta l’11 giugno 1289, ma il suo corpo non venne mai trovato. La scena che descrive Dante è famosissima: un diavolo si sta preparando a portare l’anima di Buonconte all’inferno, ma l’ultima parola del condottiero ‘forato ne la gola’ è stata un’indicazione a Maria e l’ultimo atto quello di formare una croce con le braccia. Questo è sufficiente per giustificarlo agli occhi di Dio che è Misericordia. Ecco che allora un angelo accompagna l’anima in Purgatorio”.

Tracce della presenza di Maria le troviamo anche nella Valletta dei Principi, dove le anime recitano la Salve Regina e chiedono protezione durante la notte, quando loro non possono muoversi e possono cadere vittime del serpente della tentazione. “Arrivano due antigelo con le spade mozze, segno che quelle erano armi di difesa e non di attacco – chiarisce Vivaldelli – e vengono dal grembo di Maria. Le anime invocano Dio e Maria viene in loro soccorso”.


Maria, poi è presente in tutte e sette le cornici che nel Purgatorio sono dedicate ai peccati capitali. “Nella cornice dei superbi, le anime sono schiacciate dal peso del loro ego – ricorda Vivaldelli – e sono invitate a meditare le scene di virtù che sono ritratte sulla parete. E in questa prima cornice, esempio di virtù è Maria, che viene ritratta nell’episodio dell’Annunciazione. In quel suo ‘Ecce ancilla Dei’, ‘ecco la serva del Signore’, è racchiusa tutta la sua umiltà. poteva infatti dire ‘ecco la madre di Dio’. Maria è sempre il primo esempio di virtù che viene indicato alle anime penitenti e, tra gli episodi della vita di Maria, l’Annunciazione è fondamentale perché lo ritroviamo nella prima e nell’ultima cornice del Purgatorio, come a ricordare che tutta la salvezza si racchiude nel momento in cui Dio si fa carne grazie al sì di Maria”.
“Se nel giorno della Creazione c’è stata l’esplosione di Dio per il creato – sottolinea Vivaldelli – nell’incarnazione c’è stato il rinnamoramento di Dio per la sua creatura”.

Nel Paradiso troviamo le prime tracce di Maria nell’8º cielo, il Cielo delle stelle fisse. “Quivi è La Rosa in che ‘l verbo divino carne si fece: la rosa è Maria – prosegue Vivaldelli – ‘il bel fiore’ che Dante rivela di invocare mattina e sera”.

Ma è nella preghiera di s. Bernardo, che Maria viene descritta in tutto il suo splendore. “Una preghiera – sottolinea Vivaldelli – che viene recitata il giorno dell’Assunta come inno nell’Ufficio delle letture. Un caso unico di testo letterario che viene inserito nelle preghiere della Chiesa universale”. “La festa dell’Assunzione di Maria in cielo in anima e corpo è relativamente recente (1950), ma già nei secoli passati la devozione popolare riteneva la veridicità dell’Assunzione di Maria”. Nella preghiera di s. Bernardo, le prime sette terzine spiegano chi è Maria, mentre nella seconda parte a Bernardo intercede per Dante presso Maria.
“Nell’incipit della preghiera di s. Bernardo Maria troviamo una sintesi della figura di Maria: ‘Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’etterno consiglio’. Maria è la congiunzione tra l’eternità e l’umanità, ma resta sempre una creatura, che ha nobilitato la nostra natura umana. Ma pur sempre creatura che con la sua presenza rimanda sempre al Creatore”.
Nella preghiera di s. Bernardo si chiede a Maria di incoraggiare l’uomo ad agire, a non cadere nella trappola dell’ignavia. “Maria è invitata a custodire le fragilità umane, perché vivere è un’arte difficile e sbagliare è umano”.
“San Bernardo ci ricorda che spesso Maria interviene ancor prima che le venga chiesto aiuto – fa notare Vivaldelli – quante grazie Maria ha fatto senza che le fossero state chieste. La bontà di Maria si distingue diffondendo misericordia. Maria è il ventilatore della misericordia di Dio nelle nostre torride giornate”.

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