Mettersi in ascolto di Dio per” tenere vivo il carisma del Santo Cottolengo e cercare di esservi fedeli”. È l’invito rivolto nel pomeriggio di ieri, 2 settembre, da p. Carmine Arice, padre generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, nell’omelia della solenne celebrazione presieduta nella memoria dell’ispirazione carismatica ricevuta da Giuseppe Agostino Benedetto Cottolengo il 2 settembre 1827.
La messa, a cui si sono collegate in diretta streaming le realtà cottolenghine presenti in Italia e nel mondo, è stata tappa del cammino verso il bicentenario dell’ispirazione carismatica del Santo Cottolengo che ricorrerà il 2 settembre 2027.
“Discernere la volontà di Dio non è semplice, non lo è stato per il Cottolengo che aveva una fede straordinaria da essere additato ad esempio e non lo è tanto meno per noi”, ha riconosciuto p. Arice. Di qui quattro “condizioni necessarie”. Anzitutto dare “tempo all’ascolto personale della Parola di Dio meditata, personalmente e magari anche comunitariamente”. Quindi accogliere “le provocazioni che la storia ci fa vivere”, in un “tempo difficile per tutta la Chiesa” e in “un contesto culturale complesso che ignora non solo i valori evangelici che fondano la nostra opera, ma anche alcuni valori umani importanti, quali la dignità e il rispetto della vita, soprattutto quando è fragile e bisognosa; i contesti assistenziali ed educativi sono complessi e hanno esigenze che un tempo non avevano. Ebbene, questa è la bella vigna del Signore nella quale oggi il Signore manda la Piccola Casa, religiosi e laici insieme, per costruire il suo Regno”. E ancora: la tensione all’unità perché “solo in una comunione vera, uniti dalla ricerca del buon volere di Dio e del bene dei poveri che abbiamo l’onore di servire, possiamo cercare di comprendere i passi e le scelte necessarie che il Signore ci chiede oggi”. Infine accogliere l’esortazione di Maria, Madonna delle Grazie, ad “ascoltare suo Figlio che ci parla anche attraverso la Chiesa e i suoi pastori”.