Sulle orme di San Corrado per capire che “la strada è la vita, dice la fatica del vivere e dello stare insieme, comunione di passi e rete di condivisione” dice il vescovo di Noto Salvatore Rumeo nell’omelia in occasione della solennità di San Corrado Confalonieri, patrono della diocesi di Noto. “La strada ha un suo inizio e un suo compimento. Così è la nostra vita, lo stare sulla terra, in tanti posti diversi o sempre e comunque allo stesso punto: dentro noi stessi e nel cuore di chi ci vuole bene. Ci hanno insegnato che le distanze si annullano nell’esercizio dell’amicizia e dell’amore”, sottolinea Rumeo che ricorda come le spoglie mortali del testimone di santità venuto da Piacenza stanno raggiungendo tutti i vicariati della Chiesa netina (oggi, dopo Avola e Pachino giungeranno a Rosolini). “Ho visto finalmente San Corrado per le vie della nostra diocesi. Lo si doveva per dare giustizia alla fede e alla devozione del compianto vescovo di Noto mons. Angelo Calabretta ed è avvenuto secondo le sue intenzioni e la sua volontà”, ha aggiunto Rumeo nella Cattedrale di Noto gremita di fedeli, nel cuore del barocco patrimonio dell’Unesco. Ed è proprio alla pace che ha richiamato il vescovo di Noto, terra di Giorgio La Pira che più di ogni altro aveva intuito l’importanza del dialogo tra le tre religioni abramitiche per la pace nel mondo. “La strada è l’icona di tanti uomini e donne che lasciano la loro terra per trovare fortuna altrove, uomini, donne, bambini che lasciano le città fantasma per fuggire da una pioggia inaudita di bombe fratricide”, ha ribadito Rumeo. “E siamo sull’altra parte del Mediterraneo. La stessa acqua, lo stesso sole, la stessa alba, lo stesso tramonto. Ma il mercato delle armi è molto più forte della vita di un povero bambino che muore di fame! Come la nuova tratta degli schiavi è molto ma molto remunerativa. La guerra non porta da nessuna parte. Porta solo morte e distruzione”.