Al Giubileo dei giovani, che si è concluso lo scorso 3 agosto con la messa di Papa Leone XIV a Tor Vergata cui hanno partecipato oltre un milione di giovani, erano presenti anche 76 giovani pellegrini della diocesi del Patriarcato latino di Gerusalemme (18 da Cipro, 17 dalla Giordania, 24 da Gerusalemme e 2 da Betlemme). Arrivati, si legge nel sito del Patriarcato, “portando con loro le preghiere del proprio popolo e le ferite della propria terra”. Diversi i momenti significativi che hanno segnato il loro pellegrinaggio: durante la Messa di apertura in Piazza San Pietro (29 luglio), George Hazboun (24 anni) e Laith Zoughbi (21 anni) di Betlemme hanno portato i doni durante la processione offertoriale. Racconta Laith: ” Mi sono sentito profondamente vicino a Dio, orgoglioso di rappresentare il nostro popolo in Vaticano durante un evento così importante”. “Pregare per la pace non è solo un dovere”, ha aggiunto George, “è una forza che può davvero fare la differenza. Nonostante le ansie e le difficoltà, c’è sempre speranza e Dio si prende cura di noi”. Dalla Giordania, Dana Tannous, vicesegretario generale della Gioventù cristiana in Giordania, ha descritto il passaggio della Porta Santa come “un passaggio nella grazia e nel rinnovamento. La nostra presenza è stata un messaggio: la speranza vive e la differenza non divide, ma arricchisce”. George Hleis della Parrocchia latina di Gerusalemme ha commentato: “La veglia e la Messa con Papa Leone sono state un momento speciale per ricevere la sua paterna benedizione. Quello che mi porto dietro spiritualmente è questo: è bello tenere il cuore aperto alla storia degli altri”. “La nostra presenza, come giovani di Terra Santa – è stato il commento di un altro giovane – è stata una fonte di speranza. Siamo testimoni di una fede viva – dalla terra in cui Cristo è stato battezzato e inviato – e siamo chiamati a continuare a proclamare questo messaggio con coraggio e gioia”.