Strage di Bologna: Valastro (Cri), “rinnoviamo il nostro impegno civile per una società pacifica e coesa”

Anche la Croce Rossa italiana ricorsa l’attentato del 2 agosto 1980, a Bologna, con l’esplosione di una bomba nel cuore della stazione ferroviaria alle 10.25 del mattino uccise 85 persone. Sono passati 45 anni da quell’ignobile gesto, una ferita che resta aperta nella storia d’Italia e che ci lascia, ancora oggi, sgomenti davanti a tanta violenza. La perdita di vite innocenti, causata da un orribile atto con il quale si voleva seminare la paura nel Paese, continua a indignarci profondamente. “I soccorritori di allora hanno spesso raccontato di avere scavato tra le macerie a mani nude, nella speranza di salvare quante più persone possibile. Vigili del Fuoco, medici, infermieri, volontarie e volontari della Croce Rossa, militari e semplici cittadini si unirono per cercare superstiti, per aiutare, soccorrere, consolare”, ha dichiarato Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa Italiana, sottolineando che “il sentimento di umanità animò una intera comunità che si mobilitò per portare aiuto in uno dei momenti più bui della nostra storia”. “Sappiamo che il dolore dei cari delle vittime non potrà mai essere sanato, ma con davanti agli occhi le immagini di quei terribili momenti, rinnoviamo nel presente il nostro impegno civile a favore di una società pacifica e coesa, nella quale la logica del terrore non possa mai più trovare terreno fertile”, ha concluso Valastro.

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