Haiti: secondo l’Onu oltre 1.500 persone uccise nel secondo trimestre dell’anno

Almeno 1.520 persone sono state uccise e 609 ferite nel secondo trimestre del 2025 ad Haiti. A sostenerlo è il nuovo rapporto, pubblicato ieri dall’Ufficio integrato delle Nazioni Unite nel Paese (Binhu). Uccisioni e ferimenti si sono verificati principalmente nell’area metropolitana di Port-au-Prince, anche se proprio nell’area della capitale l’azione delle bande armate ha avuto un leggero rallentamento, contrariamente alle regioni centrali e settentrionali del Paese.
Secondo la missione Onu, gli attacchi “continuano a causare gravi violazioni dei diritti umani e ad aggravare una crisi umanitaria già terribile, provocando massicci spostamenti di popolazione con conseguenze drammatiche, soprattutto per donne e bambini”, come ha dichiarato Ulrika Richardson, capo facente funzioni del Binuh e coordinatore residente e umanitario delle Nazioni Unite.
Il rapporto evidenza che ci sono stati, nello stesso periodo, almeno 185 rapimenti e 628 vittime di violenza sessuale, rilevando che sono stati documentati casi di schiavitù sessuale, sfruttamento sessuale, traffico e sfruttamento di bambini. Al 30 giugno, più di 1,3 milioni di persone erano sfollate in tutto il Paese, che conta più di 11 milioni di abitanti ed è il più povero delle Americhe. L’ufficio delle Nazioni Unite esorta il Governo haitiano, con il sostegno della comunità internazionale, a rafforzare la lotta contro le bande, nel rigoroso rispetto dei diritti umani e delle regole sull’uso della forza.

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