Giubileo dei giovani: Olimpia Iacono (medico), “quella stanza di ospedale è diventata una piccola chiesa”

“Pensavo che amare significasse dedicare tempo e preghiera. Ma Francesco, un mio paziente, mi ha insegnato che essere amati vuol dire essere guardati per il proprio destino. E il destino di ciascuno di noi è Cristo”. È il cuore della testimonianza condivisa oggi da Olimpia Iacono, medico internista dell’ospedale di Ischia, durante la pre-veglia del Giubileo dei giovani in corso a Tor Vergata.
La sua storia vocazionale prende forma nel 2018, quando – appena laureata – perde due riferimenti fondamentali: il fidanzato, dopo undici anni di relazione, e la città di Chieti, dove desiderava specializzarsi. La vita la conduce a Napoli, ma prima ancora in Argentina, per un mese di volontariato con un medico cristiano che si occupa di cure palliative. “Ero disorientata. Tutto ciò che ritenevo solido veniva messo in discussione. Ma in un momento di preghiera sulla figura del cieco di Gerico, qualcuno mi ha sussurrato all’orecchio: ‘Il Signore ti ha scelto per amare’. Quella frase è diventata la mia risposta vocazionale”.
Il sì a Dio, racconta, non ha cancellato dubbi o limiti, ma li ha abitati. Come accaduto nel 2024, con il ricovero in reparto di Francesco, un uomo di 54 anni con un tumore terminale. “Mi chiedevo come si potesse amare qualcuno che non conosci, mentre sei a lavoro, tra mille pazienti. Ho capito che l’amore poteva manifestarsi con gesti semplici: parlargli ogni sera, pregare per lui”. Ne nacque un’amicizia profonda. Un giorno Francesco le racconta alcune ombre del suo passato, e Olimpia chiama il cappellano. Nasce così un percorso che porta il paziente a confessarsi e a ricevere la Cresima in stanza, trasformata in una piccola chiesa. “Due giorni prima del suo compleanno gli chiesi che desiderio avesse. Rispose: ‘Vorrei essere sollevato dalla sofferenza’. Il 21 febbraio, giorno del suo compleanno, mi arrivò un messaggio: Francesco era entrato nell’Eternità”. Per Olimpia, non fu solo una morte: fu il compimento di un amore. “Quel tempo che sembrava di inutile sofferenza è diventato un tempo di Grazia. Ho compreso che amare non è fare, ma lasciarsi guidare a guardare l’altro nel suo destino: Cristo”.

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