“Voi vi sentite inadeguati e destinati alla solitudine, avendo rinunciato anzitempo a qualsiasi progettualità per il futuro, disincantati e ormai preda di una sottile forma di cinismo. Col Giubileo cambia la musica e potete diventare quelli che hanno un altro modo di stare al mondo. Alzatelo sguardo e non abbassatelo mai. Davanti a nessuno. Alzate lo sguardo: lasciatevi incontrare da quello di Dio che si riflette nella bellezza misteriosa e avvincente della terra”. Lo ha affermato questa mattina il vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili, durante la celebrazione eucaristica che ha presieduto a Roma, presso il santuario di Nostra Signora di Fátima a San Vittorino, con il migliaio di pellegrini veronesi prima che si mettessero in cammino per Tor Vergata per gli eventi conclusivi del Giubileo dei giovani.
Facendo riferimento all’Antico Testamento, il presule ha ricordato che il Giubileo “è un tempo ove si compie una autentica rivoluzione: i debiti vengono condonati, le terre lasciate a riposare, gli schiavi resi liberi. Così si ricomincia daccapo senza possibilità di accumulo seriale e, soprattutto, senza perpetuare differenze”. “Vi immaginate che mondo sarebbe questo se domattina al risveglio non ci fossero più le stridenti ingiustizie di oggi e che conducono diritte alla guerra, alla morte e alla violenza fratricida?”, l’interrogativo posto da mons. Pompili ricordando che ha sottolineato come sulla Terra “noi siamo ospiti, forestieri, inquilini nel mondo. Altro che padroni!”. “Il Giubileo – ha proseguito – ci restituisce un ordine che è quello della grazia dove l’io vive non in forza di ciò che egli produce, bensì in forza di ciò che Dio gli dona indipendentemente da ogni sua forma di produzione. Il mondo diventa un dono e ciascuno può diventa dono per l’altro”.