Giubileo dei giovani: ieri sera la messa dei siciliani, più di 2mila. Mons. Raspanti (Cesi), “traduciamo la fede con un linguaggio moderno, fatto di cuore e coraggio”

(Foto Pastorale giovanile della diocesi di Acireale)

“Oggi essere credenti richiede coraggio. Ma è proprio in questo tempo che si apre una sfida entusiasmante. Giovani, volete sapere come affrontarla? Con inventiva e innovazione, traduciamo con linguaggio moderno la fede, il credo in Gesù, unico Salvatore”. Questa l’esortazione rivolta ieri sera da mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e presidente della Conferenza episcopale siciliana, ai giovani della Regione che in questi giorni sono a Roma per il Giubileo loro dedicato. La basilica di San Giovanni Bosco a Cinecittà ha ospitato una moltitudine di volti, sorrisi e sguardi carichi di gioia e speranza, ma anche di tanta attesa per quello che tra poche ore sarà il culmine del giubileo: la veglia con Papa Leone. Alla concelebrazione eucaristica hanno partecipato oltre 2mila giovani siciliani, accompagnati dai direttori delle Pastorali giovanili delle singole diocesi. Presenti, inoltre, l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, e l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, oltre ai numerosi sacerdoti siciliani che hanno accompagnato i propri giovani al giubileo.
“Siamo felicissimi di essere qui insieme! Percepisco chiaramente che i ragazzi stanno gustando a pieno quest’esperienza”, ha affermato il presule acese, per il quale “l’incontro con il Papa sarà il culmine di un cammino fatto di speranza e desiderio autentico di incontrare Gesù. Dall’amore per Cristo nascono tutte le scelte quotidiane: nel lavoro, nell’amore, nella famiglia, nelle relazioni”. “Vivere – ha proseguito – è incarnare la presenza di Gesù nel mondo. Una presenza che dà fiducia, speranza, salvezza. Questo è ciò che auguro ai nostri giovani: che possano incontrare il Signore e stringere con Lui un’amicizia sempre più profonda”.
Nell’omelia, il vescovo ha sottolineato il ruolo centrale della liturgia nella vita di fede, anche nei momenti storicamente più difficili: “Non siamo qui perché la Chiesa è forte o perché i suoi rappresentanti ci piacciono. Siamo qui perché Cristo è vivo ed è con noi”. Infine, ha esortato i presenti a diventare testimoni del Vangelo nella vita concreta: “Sarete chiamati a fare scelte difficili. Ma se Gesù è radicato nel vostro cuore, avrete il coraggio di dire: Signore, sia fatta la tua volontà”.

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