“Con il cuore deluso da tutti gli amori del mondo, in ginocchio davanti al Santissimo, ho riconosciuto in Gesù Cristo l’unico amore capace di compiere la mia vita. Lì, tutte le dissonanze della mia anima si sono trasformate nella più bella canzone d’amore”. È la testimonianza pronunciata oggi a Tor Vergata, durante la pre-veglia del Giubileo dei giovani, da Gustavo Osterno, missionario brasiliano della Comunità Cattolica Shalom e seminarista in cammino verso il sacerdozio.
Originario del Ceará, nel nord-est del Brasile, Osterno ha raccontato un percorso esistenziale segnato da contrasti forti: da una giovinezza immersa nella musica e nell’arte come rifugio contro le sofferenze dell’infanzia, alla deriva in una “libertà senza direzione”, fatta di feste, piaceri effimeri e illusioni affettive. “La musica era il mio mondo segreto, un luogo in cui riversare paure e insicurezze. Ma presto ho iniziato a desiderare qualcosa di più: l’amore vero, che sembrava però irraggiungibile”.
Il vuoto interiore si è fatto sempre più evidente, fino a generare smarrimento e dolore. “Ho intonato i canti dell’anima nei luoghi sbagliati. Ho perso beni, dignità e forze, ferendo anche chi mi amava. Mi sentivo come i discepoli di Emmaus: deluso, senza più speranza”. Proprio in questo stato, durante un momento di adorazione eucaristica, è avvenuto l’incontro che ha cambiato la sua vita: “Gesù ha parlato al mio cuore. Mi ha detto che sono tutto suo e che Lui è tutto mio. Da quel momento, ha accordato nuovamente le corde della mia anima”.
Oggi Gustavo si definisce un “piccolo strumento, insufficiente ma scelto da Dio per far risuonare il suo amore e la sua misericordia”. Una missione, quella di portare al mondo la melodia che lo ha conquistato, che si realizza nell’annuncio e nella vita donata. “L’amicizia con Dio deve diventare amicizia con gli uomini. Come dice santa Teresa d’Avila: ‘Amico di Dio, amico degli uomini’”. Concludendo, ha invitato i giovani a fare della propria vita un canto per il Signore: “Ogni secondo è occasione per lodare Dio. Chiedo di pregare per me, perché non si spenga mai sulle mie labbra la supplica dei discepoli di Emmaus: ‘Signore, resta con noi’. E con Maria, possa cantare ogni giorno l’amore che salva”.