Diocesi: mons. Arnolfo (Vercelli), “sant’Eusebio interceda per il dono della pace, ci aiuti a riscoprire entusiasmo e gioia di essere pellegrini di speranza”

“Preghiamo perché sant’Eusebio, voce di speranza in questo tempo tormentato dalle atrocità della guerra, interceda per il dono della pace e ispiri i potenti della terra. Sant’Eusebio susciti in tutti noi una coscienza e una responsabile partecipazione alla vita pubblica in sostegno dei più fragili. Ci aiuti a riscoprire l’entusiasmo e la gioia di essere pellegrini di speranza in questo anno giubilare. Lo stesso augurio che rivolgo ai nostri giovani che si trovano a Roma per vivere l’esperienza del Giubileo”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Vercelli, mons. Marco Arnolfo, in occasione della celebrazione della festività di Sant’Eusebio, patrono della città e dell’arcidiocesi.
A presiedere l’Eucarestia è stato mons. Marco Brunetti, vescovo di Alba; a concelebrare, oltre a mons. Arnolfo, anche i vescovi Gabriele Mana (emerito di Biella), Luciano Pacomio (emerito di Mondovì) e Francesco Ravinale (emerito di Asti).
Nella sua omelia – si legge in una nota dell’arcidiocesi vercellese – mons. Brunetti ha più volte fatto riferimento alla vita e agli insegnamenti di Eusebio, partendo dalla sua celebre invocazione al popolo di Dio a “custodire la fede, conservare la concordia e ad essere perseveranti nella preghiera”. Dall’esempio del santo patrono di Vercelli e del Piemonte, mons. Brunetti ha estratto alcuni capisaldi: “Anzitutto il servizio alla verità: Eusebio non ha esitato a sacrificarsi per difendere la verità del Vangelo minata dall’eresia ariana e per fare questo egli è stato pastore e guida, fino alla fine, del gregge che gli è stato affidato. Ma Eusebio intuì che non si ottengono risultati da soli, di qui la sua visione di comunità e di famiglia dei fedeli che si sostengono tra loro. Tutti siamo chiamati alla sanità nel quotidiano, coltivando la straordinarietà nelle cose ordinarie”. Mons. Brunetti ha proseguito sottolineando come l’epoca contemporanea finisca per relativizzare ogni cosa: “Così diventiamo un popolo di stressati, senza futuro, fatto di esistenze che vivono costantemente immerse nell’incertezza e nella solitudine. Eusebio ci ricorda che conservare la concordia è un impegno che ci vincola a camminare insieme superando divisioni e campanilismi”. Il vescovo di Alba ha ricordato che “quest’anno ricorrono i 1.700 anni dal Concilio di Nicea dove vide la luce la professione di fede che ancora oggi recitiamo nel Credo. Non si tratta di una mera formula fatta di precetti, ma di un invito pressante a mettere Gesù al centro della nostra vita ed Eusebio è l’icona del perfetto seguace di Cristo”. “Alla sua intercessione – ha concluso – affidiamo la diocesi di Vercelli, il Piemonte e tutte le nostre comunità in un rinnovato impegno nella diffusione del Vangelo”.

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