Laura Santi: Marina Casini (Mpv), “silenzio e preghiera” ma “la morte va accolta, non somministrata”

Silenzio, preghiera e profonda compassione per la giornalista Laura Santi, malata di sclerosi multipla e morta il 21 luglio ricorrendo al suicidio assistito, ma “sulla cultura mortifera non si deve tacere” perché “la morte si accoglie ma non si somministra”. Lo afferma in un’intervista al Sir la presidente del Movimento per la vita, Marina Casini. “Ho provato tristezza – prosegue – e ho pregato per lei, per i suoi cari e per chi l’ha aiutata a darsi la morte. Penso che dietro alla spavalderia ostentata dai fautori del suicidio assistito, ci sia uno smarrimento della nostra comune umanità. Penso che la morte ‘solidarizzata’ con l’aiuto al suicidio è una sconfitta, non un trionfo dei diritti; una beffa, non una conquista”. “Se penso a Laura e a quelli che come lei hanno chiesto e ottenuto il congedo dalla vita penso al silenzio e alla preghiera – aggiunge Casini -. Non sappiamo cosa accade nella mente e nel cuore di una persona che muore o che addirittura sceglie di morire. Le persone vanno sempre ‘salvate’ e affidate alla Misericordia. Ma sulla cultura mortifera, ingannevole e ingannatoria, non si deve tacere, abbiamo il dovere di giudicare” perché “c’è qualcosa di inquietante e soverchiante, come una seduzione velenosa, nello sganciare il valore della vita – la dignità – dall’esistenza stessa”. Pur riconoscendo che talvolta la fatica può sfociare nella disperazione e questa può portare a pensieri di morte, la presidente del Mpv chiarisce: “Qui si parla di altro, si vogliono sovvertire le categorie del bene e del male. Si vuole negare il valore dell’uomo” e il “confronto ultimo non è sulla libertà, ma sul significato della vita, giudicata inutile se ormai apparentemente mutilata e sofferente”. È ovvio che la sofferenza “va combattuta e contrastata attraverso il potenziamento delle cure palliative, ma il punto focale è il significato della vita umana. E allora c’è tutta una meditazione da fare sulla natura, l’estensione, la forza, la ragione, il senso e la garanzia del diritto alla vita che è proprio ciò che una visione individualista e materialista dell’uomo contesta. La morte – conclude Casini – si accetta, si accoglie, ma non si somministra”.

 

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