Giubileo dei giovani: settimanale Credere, in edicola un numero interamente dedicato alle nuove generazioni

I giovani di oggi? Felici a metà. Il nuovo numero del settimanale Credere è  interamente dedicato ai giovani e alla loro generazione. Parte dal risultato della ricerca Ipsos presentata a fine maggio al Festival Internazionale dell’Economia di Torino: sono abbastanza ottimisti sul futuro e pensano però che vivono una vita diversa da quella che sognavano e che i propri genitori alla loro età fossero più contenti.
Chi rappresenta speranza e intraprendenza è la protagonista della storia di copertina: Sofia Gentile, giovane Alfiere della Repubblica e promotrice del progetto di inclusione sociale “Noi posso”. Nato in Sicilia da un gruppo di giovani dell’Azione Cattolica, l’iniziativa cerca di superare quei comportamenti di sopraffazione che mettono in discussione la convivenza civile e le sue regole. Cuore del progetto è un coro composto da bambini di diverse provenienze, realtà socioeconomiche difficili e ragazzi che frequentano l’oratorio del quartiere: “Cerchiamo di trasmettere l’importanza dell’armonia. Se una voce sopraffà le altre, il gruppo stona”. Per questo Sofia ha ricevuto l’onorificenza del Quirinale.
Chi si è sempre mosso con i giovani e per i giovani è don Antonio Mazzi, 95 anni, il “prete di strada” che nel 1980 ha fondato Exodus, una comunità di accompagnamento e recupero del disagio sociale. Intervistato dal giornale per il suo libro in uscita “Voglio ancora cambiare il mondo” dice “oggi più che da grandi minacce, i nostri giovani sono rovinati dal ‘vuoto’. Mettere un giovane davanti al vuoto significa provocarlo alla sua disperazione”. E ai giovani si rivolge direttamente: “Fate la rivoluzione vera, che è cambiare questo mondo con la solidarietà e la fraternità. Questo è il vero senso della vita”.
A conoscere e, soprattutto, studiare i giovani è Rita Bichi (Osservatorio Giovani). Da anni studia il loro rapporto con la fede, molto cambiato negli anni: “Diminuiscono coloro che si dicono cattolici ma restano le domande sul senso della vita”, spiega la sociologa e docente dell’Università Cattolica: “I giovani vorrebbero una fede spirituale e interiore senza mediazione istituzionale. E vorrebbero sentirsi accolti e non giudicati”. Spiritualità che in alcuni casi si esprime con una forma un po’ particolare, la vita comune con i coetanei: un gruppo di giovani che vogliono approfondire insieme il loro cammino spirituale mettendosi al servizio della comunità. E’ l’esempio di “Giovani in oratorio” a Rezzato, un comune a metà strada tra Milano e il lago di Garda: “Questa esperienza mi ha regalato tre nuovi fratelli e mi ha avvicinato al Signore, perché l’oratorio è anche casa sua” confida un ragazzo del gruppo. Chi da giovane ha saputo incarnare i valori cristiani e a testimoniarli è stato Pier Giorgio Frassati, torinese prossimo alla canonizzazione. Credere ha raggiunto Antonello Sica, fondatore del progetto “Sentieri Frassati”, 22 itinerari sui monti italiani per diffondere la spiritualità dell’alpinismo del giovane che sarà proclamato santo il 7 settembre. Al settimanale spiega: “Questi sentieri non sono né semplici percorsi di pellegrinaggio, né solo escursioni naturalistiche, ma uniscono natura, spiritualità e storia”.

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