Giovani e fede: Gaitano (Univ. Santa Croce), “c’è un forte desiderio di spiritualità al di fuori delle religioni tradizionali”

“Tra i giovani c’è un forte desiderio di spiritualità, spesso espresso al di fuori delle religioni ufficiali e con altre forme di religiosità”. Lo ha detto Norberto Gaitano, della Pontificia Università della Santa Croce, presentando la ricerca “Footprints”, illustrata nel citato ateneo in occasione del Giubileo dei giovani. “I giovani di oggi hanno un modo personale di vivere la fede, al di fuori delle religioni tradizionali”, ha proseguito il relatore, secondo il quale ciò “pone una serie di questioni ai credenti, perché la fede cristiana autentica non è una fede nominale, non è solo l’adesione a una dottrina, ma richiede un impegno personale”. Per Gaitano, si tratta di “una questione fondamentale per la religione cattolica: non c’è un’unica religione universale, ma solo religioni specifiche, e il cristianesimo è l’unica religione che ha una teologia razionale”, in grado cioè “di interrogarsi su cosa è l’essere umano, qual è il senso della nostra esistenza, da dove veniamo e dove andiamo”. “La spiritualità dei giovani è molto diversa nei vari Paesi”, ha osservato Gemma Bellido, coordinatrice del Gruppo di ricerca “Footprints”: “C’è chi crede ma non pratica la fede e ci sono altri giovani che credono perché hanno fatto una scelta personale. La Francia, ad esempio, tra quelli che abbiamo studiato è l’unico Paese in cui i giovani credono più degli adulti. In generale, c’è una grande fame di spiritualità: i giovani non si sentono parte di una Chiesa istituzionale, ma cercano qualcosa, cercano Dio, parlano con i propri nonni, credono in una vita dopo la morte, o che nella natura si possa trovare una forma di spiritualità. Sia i giovani credenti che quelli non credenti, inoltre, dimostrano una grande sensibilità per questioni come la guerra e l’ecologia”.

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